Torre del Greco. Tre settimane di tempo per decidere se pagare subito 5 milioni di euro al consorzio Gema – il colosso ambientale a cui a marzo è stato revocato l’appalto per i servizi di igiene urbana in città, in favore della ditta Buttol – o se aprire un nuovo contenzioso sul fronte rifiuti. Correndo il rischio di arrivare a pagare una somma superiore ai 12 milioni. E’ lo scenario capace di agitare i sonni dell’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Palomba, chiamata a una scelta senza dubbio delicata sotto il profilo economico per le casse dell’ente di palazzo Baronale: uno scenario aperto dalla proposta conciliativa presentata la scorsa settimana dal giudice del tribunale di Torre Annunziata, chiamato a sciogliere tutti i nodi dell’intricata matassa giudiziaria sulla Nu e pronto a concedere ai vertici del municipio tempo fino al 12 novembre per rispondere all’ipotesi di transazione.
In caso affermativo, l’ente di palazzo Baronale dovrebbe sborsare tout-court circa 4,9 milioni di euro – proprio la somma già accantonata per eventuali contenziosi, una coincidenza capace di scatenare perplessità e sospetti tra i corridoi del municipio – e chiudere definitivamente il «rapporto» con il consorzio Gema. L’eventuale transazione non peserebbe sulle tasche dei contribuenti, ma potrebbe essere oggetto di futuri «approfondimenti» della corte dei conti di Napoli. Non a caso, già è iniziato il braccio di ferro tra politici e dirigenti comunali per chi dovrà eventualmente firmare l’atto con cui si aderisce alla proposta conciliativa: «Si tratta di una questione squisitamente legale, toccherà al settore avvocatura stabilire la strada da percorrere nell’esclusivo interesse del Comune», l’estrema sintesi del pensiero di Giovanni Palomba.
Di contro, invece, i dirigenti comunali punterebbero a ottenere una «linea di indirizzo» dalla giunta e dall’assise cittadina prima di avviare qualsiasi procedura. Insomma, una vera e propria fuga da eventuali responsabilità future a sei zeri. Capace di scatenare feroci polemiche all’interno della maggioranza guidata dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio: «Se il consorzio Gema è stato mandato via per inadempienze contrattuali, perché dovremmo pagare una somma del genere? Abbiamo adottato procedure legittime, non possiamo pagare un prezzo così alto», le obiezioni sollevate da diversi alleati.
In caso di «no» alla transazione, i numeri della «partita» salirebbero vertiginosamente: l’iniziale richiesta del consorzio Gema per i danni provocati dalla rescissione anticipata del contratto, infatti, si aggirerebbe intorno agli 11 milioni di euro. «C’è il rischio di arrivare a pagare, al termine dei tre gradi di giudizio, somme variabili tra gli otto e i 12 milioni. A cui aggiungere le spese legali», il fantasma agitato davanti agli occhi del sindaco. A cui ora restano tre settimane di tempo per trovare una via d’uscita in grado di scongiurare future grane economiche.
©riproduzione riservata