In Campania il 37,5 per cento dei bambini, quasi 2 bambini su 5, vive in condizioni di povertà relativa, un dato ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 22 per cento. Numeri che confermano come il tema della povertà minorile resti ”una vera emergenza”. Questi i dati che emergono dalla decime edizione de L’Atlante dell’infanzia a rischio ‘Il tempo dei bambini’ di Save the children. Una povertà che non è solo economica ma anche educativa e che si riflette su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell’infanzia nel Paese e nella regione. In Campania negli ultimi dieci anni sono nati sempre meno bambini, con una percentuale di nuovi nati che è scesa del 20,9 per cento rispetto al 2008, e in cui il 3,7 per cento della popolazione dei minori è costituito da bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana. ”In questi anni – ha detto Annapaola Specchio, capo dipartimento Povertà di Save the children – non si è mai arrivati a definire un piano strategico nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
C’è stato un taglio alla spesa sociale e alla spesa per l’istruzione mentre invece è fondamentale investire”. Il rapporto mostra che negli ultimi dieci anni, la Campania ha incrementato di 16 euro la spesa media annua pro capite per interventi a favore dell’area famiglia-minori, arrivando così a 62 euro e posizionandosi al penultimo posto nella classifica (ultima la Calabria con 26 euro) delle regioni italiane per interventi rivolti a famiglie e minori. Solo il 3,6 per cento dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia sebbene si registri un lieve incremento considerando che nel 2008 il dato era pari al 2,8 per cento, con una spesa media pro capite da parte dei Comuni per questi servizi che si attesta sui 219 euro. Sul fronte del fenomeno della dispersione scolastica, il rapporto evidenzia ”differenze drammatiche tra le regioni” e la Campania si attesta sul 18,5 per cento, percentuale al di sopra della media nazionale (14,5), e tra le più alte in Italia considerando che fanno peggio solo Calabria, Sicilia e Sardegna. Un dato che – come si sottolinea – ”è sensibilmente migliorato negli ultimi 10 anni, diminuendo di 7,7 punti”. Le scuole che restano luoghi ”non sicuri” per gli studenti, in un Paese ”fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico”. Sotto questo profilo, in Campania un edificio scolastico su due, pari al 49,8 per cento, è privo del certificato di agibilità, dato tuttavia migliore rispetto al dato del 53,9 per cento delle scuole italiane. Povertà che si manifesta anche come povertà educativa. In Campania quasi un minore su 2 non apre un libro durante l’anno, dato rimasto pressoché invariato rispetto a dieci anni fa. Anche lo sport resta per molti un privilegio: in Italia meno di un minore su cinque (tra i 6 e i 17 anni) non fa sport e in Campania questo dato è del 33,9 per cento. Nel 2008 solo il 15,1 per cento dei bambini e adolescenti campani usava tutti i giorni internet, una quota che è passata al 46,5 per cento nel 2018.