NAPOLI – Sono violenze che riaffiorano quando gioca con gli amichetti, quando parla con gli adulti di cui si fida, quando il suo sguardo incrocia un utensile da cucina, come la schiumarola, usato per picchiare lei e suo fratello. Al processo in corso a Napoli per l’omicidio di Giuseppe, il bimbo di 7 anni assassinato a colpi di bastone dal patrigno Toni Badre, le testimonianze in agenda iniziano con lo psicoterapeuta della casa famiglia dove le due bimbe hanno trovato conforto dopo la tragedia dello scorso 27 gennaio. Il medico è stato chiamato a testimoniare davanti alla terza Corte di Assise (presidente La Posta) dal pm Paola Izzo che dalla prossima udienza (11 dicembre) verrà sostituito dal collega Fabio Sozio. Lo psicologo ricorda di quando a uno degli educatori, prima di addormentarsi, la bimba ha raccontato le raccapriccianti scene a cui è stata costretta ad assistere: “Mi ricordo le botte che dava (il patrigno) a Giuseppe, così tante che poi sembrava morto… ma adesso non ci voglio più pensare”. Per lo psicologo la sorellina di Giuseppe è “adultizzata” e “razionale”, arriva anche ad aiutare i medici spiegando il motivo per il quale la sorellina più piccola si lascia andare a pianti inconsolabili quando è il momento di lavarsi: “ha paura di farsi lo shampoo – riferisce – perché Toni (il patrigno) tentava di affogarla”. Il medico ha anche parlato di un altro episodio, avvenuto lo scorso 9 marzo, mentre i bimbi della casa famiglia (otto in tutto) stavano giocando. La bambina e i suoi amichetti stanno facendo un gioco di ruolo. E’ lei ad assegnare i personaggi e quindi chiede a uno dei maschietti di interpretare il patrigno e a una compagnetta di fare il fratellino morto: “Adesso Toni è arrabbiato – dice il medico riferendo le sue parole – perché ha mal di testa e picchia Giuseppe”. L’educatrice che li sta controllando si accorge della macabra rappresentazione e per distogliere i bimbi chiede loro di cambiare gioco. In un altro episodio la bimba bisticcia con un amichetto il quale, preso dalla rabbia, le grida: “Ti uccido”. Raggelante è la risposta della piccola: “Tanto ci ha già provato Toni”. Le violenze vengono fuori dall’inconscio della piccola anche quando vede una schiumarola in cucina (“Toni la prendeva per picchiarci”). Sul banco dei testimoni oggi si sono avvicendati oggi anche tre maestre e un conoscente dell’imputato.
CRONACA
2 dicembre 2019
Omicidio del piccolo Giuseppe, le violenze riemergono nei giochi della sorellina.