Il rischio nell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia è che il contagio avvenga tra un paziente positivo al virus Covid-19 e uno ricoverato nella sala pre-triage, in attesa dell’esito del tampone. E’ il risultato di un’organizzazione deficitaria – secondo i sindacati – che all’indomani del caso della partoriente risultata positiva al Covid-19 sono esplosi, lanciando pesanti accuse contro il direttore sanitario Mario Muto. Il problema, stando a quanto denunciano gli operatori, è che dato l’alto pericolo di contagio ogni paziente dovrebbe avere uno spazio riservato, mentre spesso capita che nello stesso ambiente ci siano più persone – tutte in attesa di tampone – e se magari ce n’è uno positivo, possano essere infettati anche gli altri.
Per non parlare del fatto che non c’è personale dedicato ai pazienti per i quali è già accertato il virus, ma gli stessi operatori sono costretti ad assistere tutti indistintamente.Un pesante atto d’accusa nei confronti del direttore sanitario firmato dalla Fials: «Il direttore sanitario non applica e anzi viola le normative della prevenzione prevista per la pianificazione e sanificazione al fine di evitare i contagi negli ambienti lavorativi – e ancora – Cosa è stato fatto per quanto accaduto nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, Blocco Operatorio, Neonatologia-TIN e Pronto Soccorso?». In questo passaggio la Fials ritorna sulla questione che tiene banco da due giorni a Castellammare, ossia quello della partoriente risultata positiva al virus.
Lei stessa, nella giornata di ieri, ha scritto un post nel quale ha spiegato: «Sono arrivata in ospedale lunedì mattina, ma non avevo nessun sintomo che potesse far pensare a una cosa del genere» e ancora « sono stata messa subito in una stanza dove lì ho fatto tutto il percorso senza mai entrare dove c’erano le altre partorienti» e infine dopo essere uscita dalla sala operatoria «sono stata messa subito in una sala di isolamento che era stata adibita dalla dottoressa». La neo mamma adesso sta lottando contro il virus Covid-19 e spera di poter stringere presto a sé la sua piccola che è in ottime condizioni di salute.In ansia, però, ci sono medici e infermieri sottoposti a tampone. Secondo un audio circolato nelle chat non sarebbe stato rispettato il protocollo.
A denunciare per primo il caso è il sindacato Fsi-Usae che in una lettera inviata al direttore generale dell’Asl Na 3 Sud contesta «l’esposizione a rischio contagio degli operatori». Questo perché secondo il sindacato «non risulta esistere nel presidio una struttura di isolamento dedicata al Covid 19, ma sono una zona filtro attigua al Pronto Soccorso dove l’interessata non è mai arrivata». E ancora: «Risulta che il direttore generale del blocco operatorio abbia chiesto una valutazione urgente alle ore 14.12 del 16 marzo a tutela della paziente e del personale coinvolto nell’assistenza – continua la Fsi Usae – ma il tampone (poi risultato positivo) è stato prescritto solo 24 ore dopo». «Domande a cui nessuno ha risposto», spiega Antonio Cascone della Fsi-Usae.Stesso discorso per il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, che ieri ha inoltrato due pec all’Asl senza avere riscontri.
«A fronte di una vicenda così delicata, che sta provocando malessere in tutta la cittadinanza, mi sarei aspettato una comunicazione ufficiale. Pretendo di conoscere i responsabili di quello che è accaduto all’interno dell’ospedale».