«Il popolo delle partite Iva rischia il collasso». A lanciare l’allarme sono i responsabili regionali dell’associazione “Partite Iva Insieme per cambiare” che chiedono un intervento immediato e deciso da parte dello Stato e del governo regionale. «Il popolo delle partite Iva per la maggior parte è fatto da lavoratori autonomi e piccoli imprenditori che non ha uno stipendio – si legge in una nota – ma vive grazie agli incassi delle proprie attività con tanti sacrifici». Le misure messe in atto dal decreto “Cura Italia” non sono sufficienti per chi ha una bottega o un negozio che non hanno uno stipendio ma vanno avanti solo grazie agli incassi delle proprie attività. In buona sostanza, se non si vendono beni e servizi non si riescono a pagare imposte, fornitori, mutui, dipendenti e servizi. «Non è risolutivo né di aiuto posticipare il versamento delle imposte – precisano Salvatore Caraviello, Diego Militerni e Corrado Della Vista – quando comunque a distanza di poco tempo bisogna versarle o rateizzarle per un massimo di cinque rate». Anche se in questa fase la priorità è contrastare la diffusione del coronavirus, occorre anche iniziare a pensare al post emergenza. Di qui la richiesta che esonerino il popolo delle partite Iva dal pagamento di qualsiasi imposta, tasse e contributi per almeno tre mesi (ovvero fino al 31 maggio 2020), oltre alla eliminazione delle rate dei debiti tributari e cartelle esattoriali per lo stessi periodo. Per queste categorie più a rischio e meno tutelate, l’associazione ritiene che sia necessaria liquidità immediata oltre alla sospensione dei mutui e finanziamenti. Non è pensabile che il legislatore non abbia considerato che gli autonomi e imprenditori che non incassano possano pagare le rate dei mutui e dei finanziamenti. Solo così possiamo avere una chance di ripartire. Una delle strade percorribili e sostenute dall’associazione di categoria, è l’azzeramento dell’Imu categoria D, quota a carico dello Stato. In questo modo si permetterebbe ai proprietari degli immobili di diminuire il canone di affitto con un effetto diretto sulla liquidità aziendale. Contestualmente, azzerare la Tari per il periodo di chiusura delle attività commerciali, e il blocco delle rate relative alle cartelle esattoriale dell’Agenzia delle Entrate per un anno. La questione delle partite Iva viene affrontata anche dalla presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini: «Proteggere gli asset strategici ed essenziali del nostro Paese. Tutelare il Made in Italy, sospendere le scadenze fiscali in favore soprattutto delle partite Iva» sono le priorità, secondo l’esponente del partito di Berlusconi, per affrontare la crisi economica generata dall’epidemia. Dal suo canto, parlando anche di pensioni, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico precisa che «dalla prossima settimana saranno aperte le procedure per accedere ai 5 bonus: partite Iva, autonomi, lavoratori agricoli, del turismo e dello spettacolo». Le domande per la cassa integrazione e per il congedo sono già attive. Per i bonus verrà attivata sul sito dell’istituto una «procedura semplificata con un Pin semplificato». Il presidente dell’Inps ha aggiunto anche che «l’istituto ha tutta la liquidità necessaria per far fronte a tutte queste istanze e questo non pregiudica il pagamento delle pensioni».
CRONACA
26 marzo 2020
Partite Iva, allarme da Boscoreale: «Popolo in ginocchio»