«Ho incrociato lo sguardo di mia madre una settimana fa, da lontano, mentre veniva sistemata su una barella prima di entrare nell’ospedale di Boscotrecase. Ho seguito l’ambulanza con la mia auto, sapevo già di non poter entrare ma volevo accompagnarla ed è stata l’ultima volta che l’ho vista». Vittorio Matrone è il figlio di Pasqualina Pisacane, la prima vittima del Covid-19 di Boscoreale. Aveva 74 anni, una patologia contro la quale combatteva da tempo, ma a portarla via al marito, ai suoi figli e ai nipoti, è stato il maledetto virus che sta seminando morte in tutto il mondo. «Non so come l’abbia contratto, non usciva quasi mai di casa, prima che comparissero i sintomi era andata solo a comprare il pane poco distante da casa», è il racconto straziante di Vittorio che comincia a pensare a quei giorni che hanno preceduto le prime linee di febbre. «Ho un sospetto», si ferma all’improvviso «mio padre, prima che mamma venisse ricoverata, usciva tutti i giorni per raggiungere un circolo dove andava a giocare a carte – qui si fa più intenso il suo racconto – Una settimana prima che mia madre cominciasse ad accusare qualche linea di febbre, lui è stato poco bene e ha avuto l’influenza». «E’ una cosa che mi tormenta, perché temo anche per mio padre al quale non è mai stato fatto il tampone – continua Vittorio – Siamo una famiglia responsabile e appena mia madre è stata ricoverata ci siamo messi in quarantena, ma nessuno ha mai fatto un test a noi che le siamo stati accanto tantomeno ci ha detto che dovessimo stare in isolamento. Se davvero mio padre avesse contratto il virus, penso che sarebbe necessario anche verificare i suoi contatti. Se non si riesce a risalire ai pazienti asintomatici, sarà impossibile fermare questo mostro invisibile».Il papà di Vittorio vive da solo «e questa è un’altra cosa che non riesco a mandar giù», continua l’uomo a sua volta padre di due ragazzi «non possiamo andare da lui, ormai da una settimana – racconta – Ho provato a contattare l’amministrazione comunale per chiedere aiuto, almeno qualcuno che potesse bussare alla sua porta per chiedergli se ha bisogno di qualcosa. Sono arrivati solo dei volontari della Protezione Civile che gli hanno dato dei farmaci e detto “siamo in tre, non possiamo fare tutto”. Per fortuna mia madre aveva l’abitudine di avere una dispensa piena e lui si sta arrangiando».Le preoccupazioni per il genitore ancora in vita, si mescolano con il dolore per la mamma scomparsa: «Questo virus è terribile, mi ha tolto persino la possibilità di piangere la donna che mi ha messo al mondo – spiega – E’ andato tutto così in fretta che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo». «Tutto è cominciato domenica 15 marzo – Vittorio riprende il racconto – Mia madre aveva qualche linea di febbre e sono andato a casa sua. Ormai eravamo tutti informati su questo virus, così ho deciso di contattare il 118. Lei non aveva problemi respiratori e i medici ci hanno consigliato dei farmaci. La febbre è scesa per un due giorni, poi al terzo mio padre mi ha chiamato dicendomi di correre a casa perché mamma aveva difficoltà respiratorie». La situazione cambia: «Ho chiamato di nuovo il 118 ed è arrivata un’ambulanza a casa – ricorda Vittorio – Dopo averla visitata per appena due minuti, il medico mi ha detto “la signora viene con noi”. L’hanno sistemata su una barella e portata via, io li ho seguiti con l’auto fino all’ingresso dell’ospedale di Boscotrecase, ma già mi avevano detto che non sarei potuto entrare. Quando l’hanno fatta scendere dall’ambulanza sono riuscito a incrociare il suo sguardo ed è l’ultima volta che l’ho vista». I giorni seguenti sono drammatici: «Ho chiamato inutilmente l’Asl per due giorni per avere notizie, ho contattato il sindaco ma nessuno ha saputo dirmi nulla – spiega Vittorio – Solo al terzo giorno di ricovero sono riuscito a mettermi in contatto con l’ospedale che mi ha comunicato che mia madre era intubata. Ho chiesto l’esito del tampone, ma non c’era il risultato. Mi hanno risposto “sì fidi, sua madre è positiva, la stiamo curando per il virus”. Ho contattato un’altra volta il sindaco di Boscoreale e mi ha risposto che era impossibile, perché a lui non era stato comunicato nulla». Passano giorni e diventa sempre più difficile avere informazioni: «Fino a giovedì, quando ho ricevuto una telefonata dall’ospedale di Boscotrecase che mi ha gelato “ci dispiace, la signora Pasqualina è venuta a mancare”. Non sono riuscito nemmeno a dire una parola – racconta Vittorio – Il dolore è misto alla rabbia, perché ufficialmente ancora oggi nessuno mi ha dato l’esito del tampone che è stato fatto a mia mamma».Un dolore reso ancor più forte dal fatto di non poterle dare l’ultimo saluto, come meriterebbe una donna che ha fatto sacrifici per crescere i suoi figli e poi i suoi nipoti: «Ho contattato la ditta delle pompe funebri e mi hanno detto che avrebbero fatto tutto loro», è l’ultimo struggente ricordo di Vittorio: «Dopo la cremazione, sarà sistemata nel loculo e ci faranno sapere se al massimo io e mio fratello potremmo assistere da lontano nel cimitero. Purtroppo non avremo nemmeno la possibilità di piangere al suo funerale, l’ultimo ricordo che mi resterà saranno i suoi occhi prima di entrare in quell’ospedale».
CRONACA
28 marzo 2020
Boscoreale, lo strazio di Vittorio: «Mia madre è andata a morire da sola in ospedale»