Nell’ospizio-focolaio di Madonna dell’Arco la paura è un brivido che corre veloce lungo la schiena degli anziani – tutti ultrasettantenni – ricoverati nella residenza gestita dai frati e risultati tutti positivi. Trentaquattro persone con il Covid-19 – oltre ad alcuni operatori socio sanitari – tutte unite nella stessa battaglia contro il Coronavirus. Una situazione spaventosa che, come nelle realtà limitrofe, ha scatenato il panico in tutta la comunità anastasiana che oggi chiede sicurezza e notizie certe. L’Asl, vista l’assoluta emergenza legata all’ospizio di via Sorrentino ha inviato un commissario che dovrà gestire l’emergenza Covid nel centro di riposo: si tratta del dottor Antonio Coppola che da ieri mattina ha assunto il comando della situazione ed ha avviato tutte le procedure necessarie per garantire continua assistenza agli anziani malati di Coronavirus. «Sono consapevole di quanta preoccupazione ci sia, ma siamo già al lavoro. Voglio tranquillizzare la comunità, perché la situazione è costantemente sotto controllo e presto avremo medici e infermieri all’interno del centro di riposo. Gli ospiti sono tutti in condizioni fisiche accettabili, soltanto per un anziano è stato disposto il trasferimento in ospedale». Un ospizio, gestito sinora dai frati domenicani di Madonna dell’Arco che diventerà un piccolo ospedale da campo per l’emergenza anti virus. Qui arriveranno due medici, tre infermieri e 15 operatori socio sanitari. Che andranno ad aggiungersi a quelli già presenti nella struttura e risultati negativi al test del Coronavirus. «Situazione delicata che stiamo gestendo, c’è preoccupazione. Ma con le dovute accortezze usciremo da questa emergenza», dice Coppola. «Voglio chiarire che gli operatori rimasti nella struttura sono in buone condizioni di salute, i positivi al Covid saranno assistiti. Mentre quelli negativi ci aiuteranno in questa battaglia. Abbiamo deciso di curare qui gli anziani perché trasferirli in ospedale sarebbe stato impossibile vista la carenza dei posti letto. Qui c’è una struttura ampia e di- sponibile, sarà costantemente sanificata». Ieri mattina l’Asl ha firmato un accordo con una ditta di pulizie per provvedere alla sanificazione quotidiana dei locali. Allo stesso tempo sono state avviate le procedure per effettuare, dopo gli oltre cento tamponi degli ultimi giorni a cui si sono sottoposti anziani, infermieri e frati, gli accertamenti anche sui fami- liari degli anziani, i familiari dei domenicani e i familiari degli operatori della struttura. Altre centinaia di tamponi che saranno effettuati per traccia- re la mappa del contagio nato nell’ospizio-focolaio che ora diventerà un piccolo ospedale da campo. Resta però la paura, tra i residenti di Sant’Anastasia e quelli dei comuni limitrofi. Proprio nella vicina Somma Vesuviana il sindaco, Salvatore Di Sarno, ha paventato l’ipotesi di chiudere i confini con gli altri paesi. «Dopo quanto accaduto a Sant’Anastasia credo sia opportuna la presenza dell’Esercito sul territorio, in particolare di Sant’Anastasia e Comuni limitrofi. A Somma Vesuviana situazione sotto controllo con il quarto e quinto caso. Dobbiamo ora chiudere i confini tra paesi e, per questo, credo sia necessario avere l’esercito in supporto alle Forze dell’Ordine che stanno facendo un grande lavoro. Ringrazio l’intera popolazione di Somma Vesuviana ma dobbiamo ulteriormente restringere gli spostamenti».
CRONACA
28 marzo 2020
L’ospizio di Sant’Anastasia diventa polo Covid: «Serve l’assistenza ai malati»