Hanno fatto sentire la loro “voce” i detenuti del carcere di Poggioreale, a Napoli, squarciando il silenzio surreale di un quartiere popoloso ma oggi desolato come Ferragosto a causa del coronavirus: per venti minuti hanno colpito con forza le sbarre delle loro celle, con qualunque oggetto avessero a portata di mano, per chiedere libertà e l’indulto, parole gridate con forza da tutti i padiglioni. Il fragore della protesta, nata ieri su un gruppo Fb, ha fatto registrare un’ampia partecipazione. Quasi tutti si sono prodotti nella cosiddetta “battitura”, che ha unito idealmente i “ristretti” con i loro parenti a casa: anche i familiari, infatti, si sono affacciati ai balconi delle abitazioni per fare rumore con pentole e mestoli. Da stamattina il personale della Polizia Penitenziaria era in stato di allerta: si temevano tensioni che, però, secondo quanto finora si è appreso, non ci sono verificate.
CRONACA
1 aprile 2020
Coronavirus, 20 minuti di “battitura” a Poggioreale. L’urlo dei detenuti squarcia il silenzio del quartiere: «Libertà»