Torre del Greco. «Quando ho risposto alla richiesta di personale medico per le città del Nord, in realtà, speravo di essere “costretto” a restare al Sud. Immaginavo che la Regione Campania, visto ciò che stava accadendo in realtà come la Lombardia e il Veneto, cercasse medici da formare per utilizzare poi a supporto dei colleghi impegnati in prima linea contro l’emergenza Coronavirus». Una speranza vana quella di Ciro Borriello, due volte sindaco di Torre del Greco – la seconda esperienza interrotta bruscamente da un arresto per corruzione, costato all’ex deputato di Forza Italia il processo con l’accusa di avere intascato mazzette in cambio di favori alla ditta impegnata nella raccolta dei rifiuti – e medico chirurgo con la passione per la politica: la Campania non ha mai varato quell’avviso a cui avrebbe aderito subito. «E come me diversi miei colleghi hanno deciso di andare al Nord. Penso ai chirurghi estetici: oggi chi si sognerebbe di farsi un filler? E allora questi specialisti, fermi con il loro lavoro, hanno deciso di andare a dare una mano alle realtà in cui serve aiuto. Non riesco a capire perché ci si meravigli che le domande per andare a lavorare negli ospedali del Nord siano state ottomila».
A partire da oggi e fino al termine dell’emergenza Coronavirus, Ciro Borriello lavorerà in Veneto, all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, uno dei nosocomi che per primi in Italia si sono visti costretti a fronteggiare i casi di Covid-19: «Fino a ieri ho fatto attività di affiancamento, dopo essere giunta qui domenica. Insomma, i colleghi già esperti mi hanno insegnato velocemente come muovermi, cosa fare e come farlo. Da oggi sarò in prima linea, a fare il mio mestiere. E già per me questa è una fortuna: qui farò gli interventi chirurgici, quelli urgenti». L’ex sindaco di Torre del Greco, la città della provincia di Napoli flagellata dal Covid-19, ha visitato in lungo e largo l’ospedale trevigiano, rendendosi conto dell’organizzazione della struttura: «Un’organizzazione perfetta – sottolinea – Oggi i due percorsi, quello dedicato al Covid-19 e quello per le altre patologie, sono perfettamente divisi. Chi presenta sintomi riconducibili al Coronavirus viene indirizzato in una parte distinta dal resto, divisa già in fase di pre-triage».
Ma l’organizzazione di oggi al Ca’ Foncello certo non è quella di inizio emergenza: “Ci mancherebbe – sottolinea il medico chirurgo con la passione per la politica -. Qui sono stati colti di sorpresa, non conoscevano il virus e la sua facilità di trasmissione. Ora è diverso e questo dovrebbe essere un ‘tesoro’ per le regioni del Sud». La lingua batte dove il dente duole, Ciro Borriello riporta l’argomento sulla sua terra: «Non tollero che si agisca con superficialità in Campania. Fino a qualche mese fa il governatore Vincenzo De Luca parlava della sanità nella nostra regione come la migliore d’Italia, oggi dice che non ha mezzi. È una palese contraddizione. Anche la scelta di trasformare l’ospedale di Boscotrecase in Covid hospital e poi lasciare Castellammare e Torre del Greco in balia delle onde è inammissibile. Ho parlato con tre amici chirurghi che lavorano in strutture diverse e dei quali non faccio nomi: si sono trovati d’accordo di avere visto le loro realtà bloccate a causa di un’approssimazione di fondo. Come se quanto accaduto al Nord non sia stato recepito dalle nostre parti».
Allora perché ha deciso di andare in Veneto? «Qui ci sono per stare in prima linea, aiutare i colleghi in difficoltà e fare un’esperienza nuova. Esperienza che, ma mi auguro di noi, potrei mettere in servizio della mia regione qualora in futuro ce ne fosse bisogno».
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