Dramma economico provocato dal Covid-19, la camorra rialza la testa e «sfrutta» la scia di fame e povertà. Dal Governo pensano a una possibile riapertura del Paese a partire dalla fine di aprile, quando dovrebbe cessare la prima fase dello stato di emergenza: una apertura graduale con una serie di misure di sicurezza per consentire la ripresa delle attività commerciali e imprenditoriali. Una strada per iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel e per cominciare a fare i conti con la realtà. Nel caso di Ercolano, la realtà fa paura: secondo i primi dati stimati dal Comune – impegnato a organizzare la distribuzione dei sussidi economici arrivati da Roma per le famiglie in stato di povertà – ci potrebbero essere fino a 4.000 nuclei familiari aventi diritto al bonus-spesa. Un dato allarmante in ogni suo aspetto, perché bisogna prendere un secondo numero in considerazione: + 2.000. Questo ultimo dato indica le famiglie che solo nell’ultimo mese – il mese del lock-down in tutta Italia – hanno dichiarato una perdita catastrofica del fatturato, sicuramente estesa anche ai mesi prossimi, sprofondando in una vertiginosa crisi economica.
Crisi economica alle porte
Addentrandosi in profondità in questi numeri, emerge l’aspetto più disarmante della vicenda: queste persone che oggi rischiano il default finanziario, altro non sono che quelle che hanno investito in turismo e cultura, aprendo B&b e attività produttive del settore. Quindi si tratta di chi, negli ultimi anni, come ha ribadito centinaia di volte il sindaco Ciro Buonajuto, ha fatto in modo che a Ercolano si raggiungesse quota 3.000. A ora non c’è ancora una stima precisa di quanti milioni sono già andati o andranno in fumo a Ercolano a causa del virus, ma le proiezioni sono catastrofiche. A questa fascia di “nuovi poveri” ovviamente si aggiungono le migliaia di persone che in città hanno sempre lavorato «in nero».
La camorra e la povertà
Ebbene così si arriva a un ulteriore step di quella che potrebbe essere la realtà di Ercolano futura. La malavita organizzata potrebbe tornare a incombere sulla città: chi aveva trovato lavoro nel settore turistico, potrebbe tornare a rivestire il ruolo di pusher e così via. Un incubo che già turba le notti del sindaco Ciro Buonajuto: «Qui c’è una disoccupazione giovanile del 70%, molto lavoro sommerso e precario, parliamo di persone che non hanno alcuna tutela. Occorre prendere misure forti – l’analisi del sindaco -. Il rischio di un ritorno a usura e delinquenza è altissimo: negli ultimi quattro anni da 300 posti letto Ercolano è passata a 3.000 posti letto. Abbiamo fatto un grande sforzo per sconfiggere la malavita organizzata, non potrà e non dovrà essere vanificato dalla crisi economico-sociale». Insomma, lo scenario più temibile è quello di un ritorno al passato che spaventa tutti, dal piccolo imprenditore locale alla classe dirigenziale.
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