«A migliaia di chilometri di distanza da casa le preoccupazioni di un marittimo sono già tante. Poi, da quando è scoppiata la pandemia, l’ansia mi ha finito di rodere. E’ successo a me e a tanti altri colleghi». Aniello d’Esposito ha 43 anni, è felicemente sposato e ha due bambini. Stimato capo carpentiere di Msc crociere, è un professionista esperto, che sa cosa vuol dire fare la valigia e navigare all’estero. «Facciamo questi sacrifici per amore della famiglia e del lavoro. Sono le missioni che ognuno di noi porta avanti giorno dopo giorno» fa notare in una lunga telefonata mentre è isolato nella sua stanza dell’hotel Parco del Sole di Sant’Agnello dove sta osservando la quarantena come altri marittimi. «Sono tornato pochi giorni fa dal Brasile dopo minuziosi controlli sanitari e precauzioni assunte sia a bordo sia nel viaggio di rientro da Roma dove sono atterrato – dice il marittimo, nativo di Sant’Agnello ma trapiantato a Piano di Sorrento – E’ durissima trovarsi qui, in hotel, a poche centinaia di metri da casa e non poter riabbracciare mia moglie e i miei due figli. Sono quattro mesi che non li vedo. Ma bisogna farcela. Io, noi, tutti, dobbiamo farlo per la nostra salute».
Mentre si trovava su Msc Musica, in Brasile, è scoppiata l’epidemia in Italia e anche in Campania. Come ha vissuto quei giorni?
«Con timore. Con mia moglie ci sentivamo più volte al giorno. Lei ovviamente mi rassicurava. Ma in cuor mio la preoccupazione rimaneva altissima. Andare a dormire non era facile. Anzi. E’ stata una prova dura».
Poi le navi sono state fermate ed è iniziato il percorso di rientro.
«Sì, e intanto in Italia sono state irrigidite le misure anti Covid».
Nel frattempo, su Facebook, ci sono stati insulti ai marittimi. E’ partita la caccia agli untori tanto che i sindaci si sono impegnati per placare gli animi e individuare strutture per le quarantene.
«Ho letto commenti brutti. Mi hanno ferito. Qualcuno ignora che noi marittimi siamo addirittura più attenti della media nell’uso di precauzioni e controlli. Sulla nostra nave gli accertamenti sono stati puntigliosi. Ci veniva misurata la temperatura un paio di volte al giorno, siamo stati sottoposti a test. Una volta sbarcati abbiamo dovuto ottenere il certificato che attestasse il nostro stato di salute. La compagnia è attenta e mette la salute di dipendenti e passeggeri in testa alle sue priorità. Anche nel viaggio da Roma alla penisola sorrentina sono stati utilizzati tutti i dispositivi di precauzione personale».
Ed ora lei è in hotel, a Sant’Agnello, per la quarantena.
«Giusto far sì che ci si possa isolare in locali differenti dalle nostre case. Ringrazio il sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani, per la disponibilità. E nella struttura c’è stata un’accoglienza caldissima, umana, che scalda il cuore».
Come passa la giornata?
«Chattando e facendo videochiamate con familiari e amici. A ora di pranzo e cena, i volontari della protezione civile lasciano i pasti fuori alla porta delle nostre stanze. Ci avvertono con un messaggio Whatsapp. Siamo abituati, per lavoro, a stare fuori e vivere lontano dagli affetti. Ma ora la prova è davvero pesante».
Cosa le manca di più?
«Abbracciare mia moglie e i miei figli. Appena tornato a casa sarà straordinario. E quando potremo uscire, a virus sconfitto, andremo a Villa Fondi, a respirare aria di mare. Quel mare di cui e per cui vivo».