Teme una conclusione “da non ritorno” il mondo del caffè espresso nei bar con la Fase 2 dell’emergenza Covid-19. La paura è quella che il Governo, con i prossimi decreti, potrebbe mettere in coda alla ripresa la riapertura di esercizi pubblici come bar e ristoranti con il risultato di mettere a rischio migliaia di aziende del comparto e causare il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori per un settore da due miliardi di euro all’anno di fatturato. A lanciare l’allarme è l’Istituto Espresso Italiano (Iei).
“Questa situazione drammatica – commenta il presidente dell’Istituto Espresso Italiano Luigi Morello – riguarda tutti i lavoratori del comparto, ma noi siamo preoccupati soprattutto per i più giovani che negli ultimi anni hanno investito sempre di più energie e risorse in questo settore di tendenza. “E naturale – aggiunge – che saremo tutti chiamati a rispettare le disposizioni del governo, ma i danni di una riapertura tardiva saranno pagati dalla generazione che rappresenta il futuro dell’ospitalità italiana, tra l’altro quella che ha dimostrato segni di grande vivacità e amore per il proprio lavoro”.
Oggi – si sottolinea in una nota – il comparto bar in Italia conta oltre 149 mila bar e ogni giorno vengono serviti in media 175 caffè, cioè il 32,5% di fatturato del bar. Il mercato del caffè (bar, ristoranti e hotel) sfiora i 2 miliardi di euro all’anno. In sei regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Campania) si concentrano i due terzi delle imprese del settore.