E’ arrivata al San Leonardo pronta per cominciare il suo turno di lavoro, salire a bordo dell’ambulanza e raggiungere le case dei pazienti da sottoporre al tampone, ma appena ha messo piede nella centrale operativa del 118 dal fax è spuntato fuori il documento che attestava la sua positività al virus Covid 19. Così, in fretta e furia, si è rimessa in auto ed è tornata a casa per cominciare la sua quarantena. Uno dei due nuovi casi di positività all’interno dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia riguarda una dottoressa di 64 anni, di Gragnano, impegnata in prima linea in questa emergenza pandemica. Un altro operatore sanitario che si aggiunge alla lista già lunga del personale che ha contratto il virus stando a contatto con i pazienti positivi, in molti casi senza i necessari dispositivi di sicurezza personale.
La dottoressa di Gragnano è un medico che lavora a bordo di quelle ambulanze chiamate a fare il giro della città per sottoporre a tampone i pazienti che vengono assistiti a distanza dal personale dell’Asl Na 3 Sud. Una decina di giorni fa, a seguito delle numerose polemiche dei sindacati, i coordinatori dell’emergenza virus decisero di sottoporre a test sierologici gran parte degli operatori sanitari del San Leonardo. Ai quattro casi già accertati di personale che avevano contratto il virus, si scoprì che altri medici e infermieri erano a rischio contagio. Gli operatori più esposti furono sottoposti a tampone e man mano che stanno arrivando i risultati il bilancio si aggrava.Oltre alla dottoressa del 118, nella giornata di ieri è risultata positiva ai test anche un’infermiera del reparto di Neonatologia. Si è arrivati dunque a 15 persone contagiate all’interno dell’ospedale San Leonardo. Ma il bilancio potrebbe essere ancora più pesante se si considera il personale attualmente in quarantena. In particolare a preoccupare è la situazione di un’altra infermiera, sempre in servizio sulle ambulanze, che è a casa con febbre alta e difficoltà respiratorie: è in attesa dell’esito del tampone.
Una situazione che sta generando anche caos all’interno della centrale operativa del 118, dove nella giornata di ieri alcuni colleghi della dottoressa di Gragnano hanno contestato pesantemente la gestione dell’emergenza. Sott’accusa, manco a dirlo, la carenza di dispositivi di protezione come mascherine, tute e calzari, che espone al rischio proprio chi, come la 64enne, è chiamato ad avere contatti diretti con i pazienti infetti.