Sembra ancora un miraggio, ma forse i bambini potranno rientrare nei parchi e, con le dovute precauzioni sanitarie, riappropriarsi dei loro giochi già dal 4 maggio. La richiesta viene dalla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti che non si è mai stancata di parlare della necessità di preparare accuratamente la fase 2. Soprattutto per i bambini, una delle categorie messe più a dura prova dalla forzata permanenza a casa. La ministra spinge sull’acceleratore e disegna scenari, pur senza aver incassato un parere del governo in tal senso, e arriva a parlare di “aree geografiche differenziate perché abbiamo regioni con alti numeri di contagio rispetto ad altre”. L’idea è quella di mettere in campo un esercito di volontari che contingentino gli ingressi nei parchi, dove bisogna prevedere “aree gioco individuali perchè il gioco collettivo dovrà essere rimandato – ribadisce la ministra – e approfittiamone per insegnare ai bambini e ai giovani, attraverso il gioco, le regole per riprendere una vita di comunità con novità come la distanza e l’igiene. E’ possibile farlo, lo dobbiamo a loro”. D’altra parte l’idea della ministra era contenuta in una lettera inviata al comitato tecnico scientifico a firma, oltre che Bonetti, della sottosegretaria alla Salute con delega alla medicina per l’infanzia Sandra Zampa e del presidente della Società italiana di Pediatria Alberto Villani. Una lettera datata 31 marzo che è ancora in attesa di un parere e all’interno della quale si parla dell’opportunità di consentire ai minorenni con un’età compresa tra gli 0 e i 18 anni di poter svolgere attività motorie e ludiche all’aria aperta ma sempre accompagnati da un familiare e nel rispetto del distanziamento sociale, con un rapporto adulto/minore di 1:1, a meno che non si tratti di fratelli o minori conviventi nella stessa abitazione”. E se manca ancora un passo del governo in tal senso, Bonetti incassa il placet di Save the children: “Concordiamo con la ministra a proposito della necessità di lavorare alla ripartenza dei ragazzi e degli adolescenti – spiega Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa dell’associazione – Riteniamo sia necessario un piano organico che comprenda sia la scuola che le attività territoriali e che coinvolga, in rete, tutti gli attori, a partire dalle scuole, le famiglie, le istituzioni locali, l’associazionismo e il volontariato. Dobbiamo riuscire a garantire ad ogni bambino e bambina, a partire da quelli che vivono nei territori più svantaggiati, un ambiente educativo e di gioco protetto e ricco di opportunità, puntando anche sul volontariato e sull’impegno civico per la realizzazione di attività di gioco, sport e movimento”. E lancia l’idea di un “bando straordinario di servizio civile, per impegnare i ragazzi e le ragazze in attività educative, ricreative e motorie, anche estive, con il duplice obiettivo di ridurre da un lato la perdita di apprendimento accumulata durante i mesi dell’emergenza e, dall’altro, di promuovere l’attivazione di tanti giovani usciti dal sistema dell’istruzione e ancora fuori dal mondo del lavoro”. Insomma Bonetti lavora per restituire una piccola, nuova normalità anche ai più piccoli. Uno step pero che per lo psicoterapeuta Marco Pacifico deve essere fatto in maniera graduale. “Sarà necessario insegnare ai bambini a mantenere delle distanze di sicurezza e avvicinarli alle nuove regole sull’uso della mascherina e poi ai movimenti corporei -spiega- Necessarie poi fasce d’età nei parchi perchè il modo di comunicare e di elaborare lo spazio à differente tra un bambino di tre anni e un bambino di 10 anni”.
CRONACA
16 aprile 2020
Rispunta ora d’aria per bimbi. Il ministro della famiglia: «Spero si parta dal 4 maggio»