L’idea lanciata dalla parlamentare Maria Elena Boschi trova sponde. E viene sostenuta dal ministro dei beni culturali Dario Franceschini che non ha usato mezzi termini: «Sì, stiamo pensando a un bonus vacanze per le famiglie». L’obiettivo è consentire viaggi e pernottamenti nelle strutture ricettive oggi chiuse e sofferenti per l’emergenza coronavirus. Ma si tratta di una soluzione flop, a detta di chi del turismo ne va una vera e propria vocazione. «La base di partenza è già debole – dice Ettore Cucari, presidente Fiavet Campania, la federazione degli agenti di viaggio – Il governo non conosce evidentemente il mondo del turismo. Le agenzie di viaggio sono state tagliate fuori dai supporti economici e dallo Stato si registra solo silenzio».
Amaro anche il commento di Gino Acampora, leader di Acampora travel in Campania e non solo: «Il mercato italiano non compenserà mai, neppure in minima parte, l’assenza dei turisti stranieri. Il bonus vacanze deve essere efficace e semplice. Servirà pochissimo, specialmente in penisola sorrentina e in tutte quelle mete che accoglievano clienti non italiani. Urge più attuare un protocollo sanitario destinato a tutti gli attori della filiera, dalle compagnie aeree alle strutture ricettive».
Sergio Gargiulo, presidente di Federalberghi isola di Capri, premette: «Ben vengano tutti gli incentivi sul turismo, c’è intenzione di ripartire, attendiamo linee serie e sicure, e poi stiamo ancora aspettando i tanti annunciati contributi». Poi una riflessione: «Comunque il segnale che arriva è che gli italiani faranno turismo, sono per il pensiero positivo, bisogna essere positivi e ottimisti». Roberto Sbrizzi, rappresentante di Apabb Pompei, non usa mezzi termini: «Il bonus vacanza non ha una grande utilità, principalmente pensando alle località non di mare e che vivono di un turismo diverso da quello balneare. Ma non si ha ancora un’idea di quando ci sarà una ripartenza ed è drammatico».
Identico il pensiero di Paolo Durante, patron dell’agenzia Ovest di Sorrento: «Tutte le iniziative vanno partorite con positività. Gli investimenti devono essere puntati alla crescita. Temo che le vacanze non si faranno più, almeno nei primi tempi. I veri contributi vanno destinati alle aziende e anche a incentivare l’organizzazione dei voli charter destinati all’Italia». Pollice alto invece dall’avvocato Gaetano Milano, amministratore delegato della Fondazione Sorrento: «Bisogna sostenere il comparto turistico e l’opportunità di mettere in campo un bonus, un voucher, non va bocciata a priori. In tal senso avevo già pensato a una possibilità, cioè istituire una “card penisola sorrentina” a cui legare proprio il bonus vacanze. Così si potrebbe indurre il cliente a usufruire di servizi ulteriori a prezzi magari calmierati». Non finisce qui. «Siamo convinti che finalizzare risorse per rendere appetibile un mercato che sarà giocoforza nazionale è la via maestra per far ripartire il comparto – dice Luigi Lembo, rappresentante delle agenzie di viaggi e organizzazioni di servizi e accoglienza per l’isola di Capri -. Sarebbe oltremodo più interessante intervenire sui costi dei trasporti verso Capri che di per sé costituiscono un onere non da poco per chi viene sull’isola per poco tempo. Interessante ad esempio – continua – potrebbe essere applicare per chi viene in vacanza a Capri e soggiorna per almeno tre notti, un prezzo di trasporto marittimo simile a quello utilizzato per i residenti».
«Il turismo, soprattutto in Campania e nei nostri territori, rischia di uscire devastato da questa pandemia» dice Adelaide Palomba, presidente di Federalberghi Costa del Vesuvio. Che sull’idea di un bonus vacanze sposa la linea dell’associazione a livello nazionale: «Come ha sostenuto qualche giorno fa il presidente Bernabò Bocca, oggi bisogna ripartire dalle aziende, altrimenti tu dai il buono, il turista parte ma non trova più l’albergo, che nel frattempo è fallito». E ancora: «Se rivolgiamo il bonus a una fascia di popolazione che non andrà mai in vacanza, puoi dargli qualsiasi bonus che non servirà a nulla».