Era pronto per ripartire con il solito entusiasmo ma appena si è reso conto che gli ordini scarseggiavano, a malincuore, ha scelto di calare momentaneamente la serranda della sua pasticceria “Primavera” di corso Italia scegliendo di dedicarsi allo studio del suo nuovo gelato assieme alla famiglia. Un gusto anti virus. «Sto facendo le prove, sicuramente ci saranno tanti ingredienti dolci e che richiamano la vitamina C. Limone, arancio, miele e zenzero. Ma non mancheranno altre sorprese» dice Antonio Cafiero, il pasticciere dei vip di Sorrento che, in questa fase due, ha scelto di restare fermo.
Che sentimento prova a dover prendere atto che ora aprire il suo locale non conviene?
«Tanta amarezza. Ho provato un primo step e non è andata bene. Per me e altri locali in Campania, tipo bar e gelatiere, evidentemente è stato un mezzo fallimento. Il dolce o il gelato è un prodotto davvero molto differente dalla pizza. E’ dura. Per gelaterie e pasticcerie i costi sono molto più frazionati e ampi magari, inteso come filiera, rispetto ad altre attività ristorative. Basti pensare alla necessità di acquistare frutta fresca, latte, ingredienti specifici. Un meccanismo che ora è in tilt».
Il delivery è l’unica forma consentita dalla Regione Campania per bar, pasticcerie e ristoranti. Per quanto tempo si potrà accettare questo sistema?
«Non so, temo che a breve verrà meno anche la voglia di chiamare al bar o al ristorante per una consegna a domicilio. Ho l’impressione che per le pizzerie ci sia stata la corsa collettiva soltanto nella prima sera. Parlando con la gente e navigando sui social noto che in tanti stanno capendo che cucinare è bello. E si auto gestiscono. Restando a casa abbiamo tempo di elaborare pietanze ai fornelli. Un trend differente rispetto ad alcune abitazioni moderne: penso a Milano, dove l’angolo cottura spesso non esiste. Per ripartire urge anche un atteggiamento mentale diverso».
Cioè?
«L’unica soluzione per riprendere a respirare aria buona è tornare a passeggiare in sicurezza. Sino a quando in questa fase due i rischi non verranno limitati allora vi sarà sempre tensione. E ne pagano le conseguenze tante fasce sociali e commerciali. I bar, ad esempio, stanno patendo grandi sofferenze».
E’ vero che sta pensando a un nuovo gelato?
«Sì, perché il mio spirito rimane costruttivo e propositivo. D’altronde il gelato arriva direttamente al popolo e l’estate è dietro l’angolo, sperando si possa tornare alla normalità. Quest’anno voglio proporre un gelato al limone arricchito di vitamina C. Penso di togliere l’acqua e mettere succo d’arancia. Sto facendo degli esperimenti aggiungendo miele e zenzero. Appena sarà possibile, lo farò provare alla mia famiglia. Se le recensioni fossero buone…».