La direzione sanitaria del San Leonardo ancora una volta sotto accusa, l’Asl Napoli 3 Sud nel mirino dei sindacati per il bonus da 100 euro non ancora erogato. E, giusto per condire il menù delle polemiche, anche la battaglia di 12 infermieri e 4 operatori socio sanitari del Maresca di Torre del Greco che si difendono.
Il bonus Cura Italia.
Con una nota fatta arrivare alla direzione generale dell’Asl Napoli 3 Sud i Cgil, Uil, Cisl e Fials chiedono chiarimenti in merito al bonus di 100 euro una tantum previsto dal decreto Cura Italia e che, agli infermieri, i più esposti insieme ai medici non sarebbe stato ancora corrisposto. Le organizzazioni sindacali hanno riproposto una richiesta di chiarimenti e di informazioni che era stata presentata già il 22 aprile scorso. “Le organizzazioni sindacali – si legge nel documento – si sono poste con spirito collaborativo dal primo momento in cui siamo piombati in un’emergenza sanitaria, ma ciò non deve confondere i ruoli ricoperti e le risposte da ricevere, la normalità di corrette relazioni sindacali è urgente, risposte chiare e semplici che ultimamente non ci sono state”. I sindacati, dunque, chiedono di sapere se “sulla prossima mensilità di maggio sarà messo in pagamento il contributo una tantum di euro 100 previsto dal Cura Italia”.
Il caso San Leonardo.
“Un ospedale, il San Leonardo, bollato con la gravissima etichetta di ‘focolaio’, vertici dirigenziali che imputano le colpe al personale sanitario, ‘reo’ di aver contratto il virus all’esterno del presidio ospedaliero. Sullo sfondo 23 tra medici, infermieri e operatori socio sanitari infettati dal Covi19. Chi riveste un ruolo di responsabilità prima di puntare il dito deve accertare se tutti i percorsi di prevenzione e i dispositivi di protezione siano stati adottati. L’unica verità ad oggi è che nell’ambito dell’emergenza nazionale, il San Leonardo di Castellammare di Stabia rischia di rappresentare un caso in negativo”. Le parole di Lorenzo Medici, segretario regionale di Cisl Fp Campania e Luigi D’Emilio, segretario metropolitano Cisl Fp Napoli infiammano la polemica sull’ospedale stabiese. “Non si può ridurre tutto alla politica dei ‘tarallucci e vino’, dire semplicemente che ‘qualcosa è andato storto’ – proseguono i sindacalisti – ci sono state inchieste interne dell’amministrazione sanitaria e anche un fascicolo aperto dalle forze dell’ordine su episodi relativi a soggetti infetti sorpresi al lavoro all’interno dell’ospedale o introdotti da altri nella struttura. Bisogna fare chiarezza sulla mancanza di dispositivi di protezione adeguati, sull’indifferenza mostrata alle istanze presentate dalle organizzazioni sindacali”.
Il caso Maresca.
All’ospedale Maresca sale la tensione per la «malattia di massa» capace di colpire contemporaneamente 12 infermieri e quattro operatori del pronto soccorso. Una «coincidenza» finita sotto i riflettori dei vertici dell’Asl Napoli 3 Sud, mentre i camici bianchi respingono con fermezza l’ipotesi di «mal di pancia» legati a questioni economiche: «Siamo professionisti, non mercenari – si legge in una nota – Abbiamo lavorato e tenuto duro per mesi durante l’emergenza Covid, poi siamo crollati: ci sentiamo abbandonati, ma non veniteci a parlare di ammutinamento». Ma, sullo sfondo, resta proprio la questione legata ai soldi: «Stavamo male già prima dell’arrivo della busta paga – concludono i «degenti» del pronto soccorso – Sicuramente dovremo avere ciò che ci è dovuto, perché è un nostro diritto. Ma ci sarà tempo, si può sempre fare». Magari senza improvvise malattie.