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Politiche sociali a Torre del Greco, nuova bufera sul dirigente-indagato: il sindaco tra due fuochi
CRONACA, Torre del Greco
10 maggio 2020
Politiche sociali a Torre del Greco, nuova bufera sul dirigente-indagato: il sindaco tra due fuochi
Alberto Dortucci

Torre del Greco. Prima una richiesta al responsabile dell’anti-corruzione del Comune per verificare «eventuali casi di conflitto di interesse» e poi un accesso agli atti relativi al «concorso pubblico per la nomina del dirigente del settore politiche sociali». Neanche il tempo di archiviare la «burrascosa corrispondenza» con l’assessore Luisa Refuto – relativa alla «mala gestio» dei bonus alimentari destinati alla famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza sanitaria – e una nuova tegola si abbatte su Andrea Formisano, l’ex vice-comandante della polizia municipale a rischio processo per la «disinvolta gestione» del centro anti-violenza del Comune. Proprio la vicenda giudiziaria è finita al centro della prima «segnalazione» di Pasquale Brancaccio – consigliere comunale della maggioranza guidata dal sindaco Giovanni Palomba (in foto, al centro tra i due «litiganti») – al segretario generale Pasquale Incarnato.

Invitato a chiare lettere a verificare la sussistenza di eventuali conflitti di interessi tra Andrea Formisano e la Domi Group. Ovvero la cooperativa sociale – rappresentata in passato da Rosaria Dell’Aversana – a rischio processo, insieme alla cooperativa sociale Ferrante-Aporti, proprio insieme all’attuale dirigente del settore politiche sociali dell’ente di palazzo Baronale. «Il dottore Andrea Formisano è coimputato in un procedimento penale con la titolare della cooperativa sociale Domi Group – evidenzia il politico-ultrà all’interno della missiva inviata al responsabile dell’anti-corruzione in municipio – ma continua a trattare procedimenti, con liquidazione di ingenti somme alla stessa coop, senza astenersi. Lo stesso dirigente avrebbe dovuto attivare procedure di recupero di somme per l’affidamento di ulteriori servizi avvenuti in maniera non regolare di cui, al momento, non si hanno riscontri».

Di qui, la richiesta di accendere i fari sull’intera vicenda in modo da sgomberare il campo da tutte le ombre sulla vicenda. Una richiesta accompagnata da un accesso agli atti relativo proprio al concorso pubblico vinto da Andrea Formisano, parente – anzi, congiunto per usare un termine di stretta attualità – del leader della carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle elezioni avvelenate del giugno 2018.

Il duplice affondo avrebbe fatto ulteriormente traballare la poltrona d’oro di Andrea Formisano, pronto – secondo le voci circolate tra i corridoi di palazzo Baronale – a rassegnare le dimissioni per gettare acqua sul fuoco delle polemiche.

D’altronde, non sarebbe il primo vincitore di concorso a lasciare anzitempo il Comune: a novembre del 2019 era stato l’avvocato capo Antonioluigi Iacomino – pure finito al centro di polemiche sollevate dall’ex vicesindaco Romina Stilo e dal «fuoco amico» Gaetano Frulio – a lasciare l’incarico l’incarico, poi imitato dall’ex presidente del consiglio comunale Felice Gaglione. Ora, in rampa di lancio per tornare al comando dei vigili urbani, il dirigente a rischio processo con i vertici della Domi Group per truffa e turbativa d’asta.

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