Una piazza di spaccio «fluida», senza ruoli specifici, nella quale tutti facevano tutto: dall’acquisto alla vendita di sostanze stupefacenti, passando per i contatti con fornitori e clienti e il recupero dei soldi da chi doveva saldare qualche debito dopo aver ottenuto le dosi. Così la Procura della Repubblica di Torre Annunziata – pm Emilio Prisco – ha inquadrato l’organizzazione che fino a ieri ha fatto affari con il traffico di stupefacenti nel rione Cicerone, cuore del quartiere San Marco, alla periferia di Castellammare.
Pochi mesi d’indagine, nel corso del 2018, sono bastati ai carabinieri della compagnia stabiese – agli ordini del capitano Carlo Venturini e del tenente Andrea Riccio – per ricostruire oltre una novantina di episodi di spaccio e incastrare i presunti colpevoli del giro.Otto gli arresti eseguiti ieri mattina dai militari di Castellammare, in collaborazione con il nucleo cinofili di Sarno e il settimo elinucleo di Pontecagnano, su ordine del gip Emma Aufieri.In carcere sono finiti: Antonio Longobardi alias “Ciccillo”, 41 anni; Amedeo Iaccarino, 31 anni; Michele Sarcinelli, 43 anni; Gaetano Suarato, 54 anni; Francesco Elefante, 21 anni; Giovanni Marciano, 38 anni; Nicola Donnarumma, 64 anni. Ai domiciliari Antonio Esposito, 28 anni. Le accuse sono a vario titolo di detenzione e cessione di sostanza stupefacente, continuata e in concorso, e illecita detenzione di armi.Le indagini vengono avviate quasi per caso nel corso del 2018.
A Pimonte si verifica l’incendio di tre automobili di proprietà di una coppia. I militari fanno scattare l’inchiesta e cominciano a intercettare le vittime per risalire ai colpevoli di quel raid. La coppia, dopo aver individuato la possibile responsabile di quegli incendi, decide di rivolgersi ad Antonio Longobardi, alias Ciccillo, personaggio noto negli ambienti criminali, per chiedergli di intercedere e mettere fine a quell’incubo.
Da quel momento gli investigatori cominciano a monitorare le mosse di Longobardi e ricostruiscono l’attività della fiorente piazza di spaccio del rione Cicerone. Il ras del quartiere si avvale della collaborazione di Amedeo Iaccarino che lo affianca nell’attività di spaccio, talvolta gestendo in prima persona i contatti con i clienti. Longobardi però è anche il punto di riferimento di un altro gruppo costituito dal netturbino di Sorrento Michele Sarcinelli, dall’ex calciatore Giovanni Marciano e da Nicola Donnarumma, che gestiscono un loro pacchetto di clienti, abituali consumatori di marijuana e cocaina. Questi ultimi sono in affari anche con Gaetano Suarato, principalmente attivo nel quartiere Capo Rivo, che si avvale della collaborazione del giovane Francesco Elefante.In pochi mesi, anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, i militari riescono a ricostruire l’intero sistema, a sequestrare droga che veniva nascosta nei tombini o nelle cassette dell’Enel e a documentare la disponibilità di armi di Longobardi.Nel luglio del 2018 proprio il ras del Cicerone e Iaccarino vennero bloccati all’altezza della stazione di via Nocera e trovati in possesso di una pistola “Galesi”, calibro 6.35, con matricola abrasa, quattro proiettili e il colpo in canna. I due vennero arrestati anche per resistenza a pubblico ufficiale. Nel corso di un colloquio in carcere, Longobardi spiegò che la sua decisione di reagire alle forze dell’ordine era dettata dalla volontà di dare il tempo agli altri di mettere al sicuro altre armi nascoste nei pressi della sua abitazione. Armi che non sono state ritrovate.