I capelli sono sempre lunghi anche se dopo oltre 30 anni molti di quei ricci sono diventati bianchi. Lui è Marcello Prima. Uno degli attaccanti più forti che negli anni ottanta e inizio novanta ha segnato centinaia di gol in serie C.
Nonostante siano trascorsi 33 anni, Prima resta uno dei bomber più amati e ricordati dai tifosi della Juve Stabia. Il gigante (alto 196 cm) ha vestito il gialloblù nel biennio 1985-1987 e con lo Stabia ha segnato 35 gol. Venti nella sua prima annata che gli sono valsi il titolo di capocannoniere insieme a Chiarella del Nola.
Bomber che, ovviamente, ha fatto della sua altezza l’arma migliore essendo micidiale con i colpi di testa oltre ad avere buona tecnica coi piedi.
Ci spiega come era nata la trattativa con la Juve Stabia nell’estate del 1985?
“Ero al Mestre e siccome non c’erano i presupposti per puntare alla C1 chiesi di poter andare via. La Juve Stabia arrivò su a Mestre col presidente Zurolo e l’allora direttore sportivo Izzo. Fui subito entusiasta perchè la società era appena stata promossa in C2 e poi perchè sarei tornato al Sud, visto che ho sempre giocato lì tranne proprio quell’anno al Mestre. Trovammo l’accordo e ricordo che fu fatta una scrittura privata con una grafia illeggibile. Dopo il presidente Zurolo fece preparare il contratto con la macchina da scrivere.
Lei era arrivato pochi giorni prima dell’inizio del campionato. E fu subito Prima-mania…
“Arrivai allo stadio e dopo poche ore si doveva giocare Juve Stabia-Reggina, prima di campionato in C2 coi calabresi che avevano fatto uno squadrone e che poi vinsero il campionato. Fui accolto benissimo dai tifosi, ricordo che gli Swarm mi regalarono un mazzo di fiori. Inizia la partita, lo stadio appena inaugurato era strapieno. Granucci effettua un cross dal fondo ma la palla era a filo d’erba. Io arrivo in tuffo quasi dal limite dell’area e la palla andò nell’angolino. Poi andai a esultare arrampicandomi sulla rete di recinzione della curva. Vincemmo 2-0, reti di Prima e Tognarini”.
Il suo inizio con la Juve Stabia fu pazzesco. A un certo punto di lei si accorse la Domenica Sportiva…
“E’ vero. Perchè avevo segnato sempre nelle prime otto partite e potevo battere il record di Pascutti che resisteva da tempo, poi battuto da Batistuta nel 1994. Mi fermai a Frosinone, la partita finì 0-0 e condizionata dal campo quasi impraticabile per la pioggia”.
E’ diventato leggendario il gol segnato in un derby con la Turris in modo insolito, senza uno scarpino…
“Stavamo giocando a Torre Annunziata, campo neutro. Noi perdevamo 1-0 e ricordo che dall’esterno dello stadio arrivava di tutto in campo. I nostri tifosi erano incavolati doppiamente e io andavo più volte sotto il settore per calmarli. Segnai il gol dell’1-1 e quando esultai mi resi conto che non avevo uno scarpino”.