“Il governo accompagnerà il ritorno a scuola in sicurezza e considerate le condizioni determinate dall’ evoluzione epidemiologica”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina interviene in commissione Cultura alla Camera e rassicura docenti, famiglie e dirigenti scolastici. La riapertura graduale, che avverrà iniziando con gli esami di maturità e poi proseguendo con il ritorno in classe a settembre, sarà sancita da una serie di protocolli che garantiranno la sicurezza di tutti ed è finanziata da ingenti fondi messi dallo Stato: ammonta ad 1 miliardo il Fondo per la gestione del rientro a scuola a settembre (400 mln nel 2020, 600 nel 2021); 331 milioni per device, connettività, sicurezza, misure di protezione, assistenza medica, adattamento spazi in vista del rientro; 39 milioni per consentire esame di maturità in presenza in sicurezza, comprando tutti i dispositivi di protezione necessari e assicurando l’igienizzazione costante degli ambienti; 120 milioni per le istituzioni scolastiche non statali, per la fascia d’età da 0 a 16 anni per coprire le mancate rette (105 milioni) e aumentare il fondo regionale (15 milioni); 30 milioni per gli Enti locali per interventi di edilizia scolastica cosiddetta “leggera”.
Intanto oggi in Conferenza Stato Regioni è stata raggiunta l’intesa sul DPCM che dà il via libera allo stanziamento di 855 milioni per il finanziamento di interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole superiori di competenza di Province e Città metropolitane. E mentre per sabato prossimo alle 15,30 il comitato ‘Priorità alla scuola’ ha organizzato manifestazioni in piazza in 16 città – da Milano, a Roma, passando per Trapani e Firenze – per chiedere il rientro a scuola a settembre perché “la ‘didattica a distanza’ è la didattica dell’emergenza” e “non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21”, a tenere banco sul fronte politico è la questione del concorso straordinario per l’assunzione dei docenti precari.
La ministra Azzolina e il suo partito, M5S, vuole un concorso per titoli ed esami mentre, con sfumature diverse, Pd, Leu e Lega chiedono che, data l’emergenza Covid, l’esame sia solo per titoli. Questo per garantire l’assunzione dei docenti subito e consentire l’avvio del nuovo anno scolastico con i prof in classe. Le posizioni, in questi giorni, sono rimaste distanti mentre i tempi sono sempre più stretti: il decreto scuola, all’esame del Senato, a fine mese deve passare all’esame della Camera ed essere varato definitivamente entro il 7 giugno. Oggi alcuni dei maggiori sindacati della scuola Cgil, Uil e Snals, si sono detti pronti a mobilitazioni fino allo sciopero se il Governo non prenderà posizione sulla partita. “La tregua è finita”, ha scandito Francesco Sinopoli leader Flc Cgil, mentre la posizione della Cisl scuola è più sfumata: per Maddalena Gissi serve innanzitutto un coinvolgimento delle famiglie e della società.
“In questa situazione di emergenza, e con tutte le difficoltà che sta registrando la scuola, sono comprensibili le ragioni che stanno convincendo i sindacati ad indire uno sciopero”, afferma il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci e sulle stesse posizioni sono i senatori Verducci, De Pedris e Laniece che hanno presentato vari emendamenti tra cui quelli per il concorso per soli titoli. La ministra Azzolina in Aula alla Camera lascia uno spiraglio: “Stiamo lavorando affinchè le procedure si svolgano in condizioni di sicurezza per i partecipanti e il personale. Stiamo valutando possibili alternative qualora lo scenario epidemiologico dovesse cambiare improvvisamente:il mio obiettivo è assumere i precari”.