Tonino Scala
Il 27 marzo del 2020, in piena pandemia, ci ha lasciato Mirna Doris una delle più belle voci napoletane del Novecento. Proprio nel giorno della sua scomparsa Mario Trevi, suo collega e amico, pubblicò, sulle sue pagine social, una versione inedita di “Indifferentemente”: un capolavoro, un vero e proprio testamento. Il video fu registrato l’ultima volta che Trevi e la Doris si erano incontrati in forma privata. A distanza di due mesi, anche se non è ancora possibile fare manifestazioni pubbliche, penso sia giusto ricordare una delle più artiste più rappresentative della Napoli canora del ventesimo secolo. Annunziata Chiarelli, classe 1940, in arte Mirna Doris, nacque a Marechiaro e il suo primo rapporto con la musica avvenne per caso. Johnny Lombardi, un commerciante italiano proprietario di supermercati in America, la scelse per incidere una canzone pubblicitaria per la sua azienda. La canzone doveva essere incisa alla Phonotype Record. Qui il maestro Salvatore Mazzucco la ascoltò, s’innamorò della sua voce e iniziò a darle lezioni di canto. Il Maestro era famoso perché autore di numerosi successi sia al Festival di Napoli sia a quello di Sanremo. “Il primo mattino del mondo” e “Mare verde” furono le canzoni con le quali nel 1962 partecipò al Festival Voci Nuove di Castrocaro Terme classificandosi all’ottavo posto. Proprio l’interpretazione di “Mare verde”, per la notevole forza espressiva, la fece notare dalla critica e dalla stampa. Passò alla Fonit, famosa casa discografica e nel 1963 partecipò al Festival di Napoli, presentando “Suonno perduto” e “Ricciulella”, ma fu l’anno di “Indifferentemente” cantata da Mario Abbate e Mario Trevi, che diventò, in seguito, il fulcro del suo repertorio. Passata alla King, in coppia con Aurelio Fierro, duettò al Festival di Napoli del 1964 nella canzone “Nun m’abbraccià”. Nella stessa edizione presentò anche ”’Mparame a vulè bene”, in abbinamento a Peppino Gagliardi, arrivando in finale. Il festival di Napoli lo vinse nel 1968, in abbinamento con Tony Astarita, con la canzone “Core spezzato”.Altro anno importante per la sua ricca carriera fu il 1970 quando ritornò al Festival di Napoli con due canzoni. La prima, “Chitarra rossa”, in coppia con Mario Merola. La seconda, “’A mossa”, in abbinamento con Franco Franchi. Cambiò ancora casa discografica, passò alla ”Hello” del cantante Luciano Rondinella e nel 1971 partecipò nuovamente a Canzonissima con la classica “Core ‘ngrato”. L’anno seguente, alla stessa manifestazione, presentò “Venezia nel mio cuore”. Nel 1972 sfiorò la partecipazione al Festival di Sanremo con un brano dal titolo “La tua croce”. Era ormai un’artista riconosciuta e amata in tutto il mondo e nello stesso anno con Claudio Villa, Al Bano, Mino Reitano e Iva Zanicchi, partecipò al tour itinerante “Cantaeuropa”, presentato da Alberto Lupo e Romina Power. Nel 1975 portò in scena con grande successo, a fianco a Pino Mauro, la sceneggiata in tre atti “Grazie Marì” di Alberto Sciotti, ricavata dall’omonima canzone, presentata alla trasmissione RAI “Le canzoni del mattino”. Nel 1976 portò in scena con Mario Merola la sceneggiata “Mammà”. La sua struggente interpretazione di “Era de maggio” folgorò Bernardo Bertolucci e fu inserita nella colonna sonora del film capolavoro “Novecento”, per volontà dello stesso regista. Nel 1979 sotto la regia di Roberto De Simone, interpretò la bella popolana Caterina in Festa di Piedigrotta, spettacolo scritto nel 1919 da Raffaele Viviani. Nello stesso anno partecipò anche alla manifestazione Piedigrotta canora. Si ritirò molte volte dalle scene, ma fu sempre richiamata sul palco dal suo pubblico che la amava. Nel 1995 ebbe un nuovo e meritato rilancio grazie a Paolo Limiti che la volle con sé in molte sue trasmissioni per interpretare i classici napoletani. Nella stagione teatrale 2000-2001 ritornò alla sceneggiata portando in scena “Lacrime napoletane” con la regia di Geppy Gleijeses, la partecipazione di Rino Marcelli, Olimpia di Maio e Marilù Prati. Nel 2002 partecipò anche al film Cuore Napoletano. Mirna Doris era per tutti la bella ragazza di Marechiaro che portò la canzone napoletana nel mondo con la sua sublime voce. Sarà ricordata per il suo richiamo sensuale come una sirena in un periodo in cui la canzone napoletana appariva al tramonto. La sua forza espressiva s’impose ed entrò nel panorama internazionale in quegli anni settanta in cui la musica sembrava avesse preso altre strade. Ebbe la capacità, grazie alla sua forza canora, di rinvigorire canzoni classiche riportandole in auge non come fatto nostalgico, ma dando loro nuova vita.