Momenti di tensione al carcere di Santa Maria Capua Vetere tra Carabinieri e agenti penitenziari in seguito a un’operazione di polizia giudiziaria su ordine della locale Procura nell’ambito di un’indagine sui presunti pestaggi avvenuti il 6 aprile nell’istituto di pena, dopo una accesa protesta verificatasi qualche giorno prima, in piena emergenza sanitaria. Gli indagati sarebbero 44. Tra i reati figurerebbe anche quello di tortura. In carcere sono presenti i vertici della Procura di Santa Maria. Gli agenti contestano, a quanto si apprende, le modalità di notifica.
Agenti Polizia Penitenziaria sui tetti per protesta
Alcuni agenti della Polizia Penitenziaria sono saliti su un tetto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, per protestare contro le modalità adottate dalla polizia giudiziaria e dalla Procura per notificare gli avvisi emessi nell’ambito di una indagine su presunti pestaggi che si sarebbero verificati nella struttura carceraria lo scorso marzo, in piena emergenza sanitaria.
Moretti: modalità di notifiche sconvolgenti
“Riteniamo sconvolgenti le modalità con le quali i carabinieri stanno eseguendo questa legittima operazione dell’autorità giudiziaria, un’attività che poteva essere portata a termine diversamente: se l’obiettivo era di mettere alla gogna la Polizia Penitenziaria, noi non ci stiamo”. Lo sottolinea, il presidente del sindacato Uspp, Giuseppe Moretti, che così commentano le notifiche presentate agli agenti della Polizia Penitenziaria stamattina nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).
Il presidente dell’Uspp è reduce da un incontro con il vice capo del Dap RobertoTartaglia, che si è subito attivato per verificare quanto sta accadendo”. “Sottolineo che – spiega Moretti – la vicenda sembra sia nata da dichiarazioni rese da detenuti al garante, parole che sono tutte da dimostrare. La legge sulle torture mette alla gogna il personale di polizia penitenziaria senza stabilire quali siano i limiti operativi. A Santa Maria, secondo quanto ci risulta, è stata fatta un’operazione di polizia di carattere straordinario, con l’utilizzo anche di forze esterne, a causa di sospetti riguardo la presenza in carcere di una situazione di sicurezza incontrollabile. Gli agenti sono intervenuti a tutela della sicurezza e quando accaduto oggi a Santa Maria – ribadisce Moretti – è di una gravità inaudita che non ha precedenti. Fermo restanto che siamo fiduciosi nella magistratura ma censuriamo il comportamento della polizia giudiziaria, che poteva ottenere gli stessi risultati con altre modalità”.