Torre del Greco. Due mesi di «lavoro certosino» e «audizioni a porte chiuse» a palazzo Baronale. Ottocento pagine di «relazione segreta» e allegati per ricostruire la storia della nettezza urbana all’ombra del Vesuvio. Quattro ore di sterile e stucchevole discussione in consiglio comunale e, alla fine, neanche la «soddisfazione» di votare la mozione portata in aula da tutti i gruppi di minoranza.
È il «risultato» della commissione speciale d’inchiesta chiamata a fare piena luce sul settore rifiuti all’ombra del Vesuvio: una «missione» naufragata contro il muro di gomma alzato dagli alleati del sindaco Giovanni Palomba – pazientemente seduti tra i banchi dell’ex orfanotrofio della Santissima Trinità a giocare con gli smartphone per ingannare il tempo – e destinata a regalare ulteriore materiale ai polverosi scaffali del tribunale di Torre Annunziata. Perché l’unico sussulto della seduta convocata dal presidente dell’assise Antonio Spierto con l’obiettivo di provare a restituire decoro e dignità alla quarta città della Campania sotto il profilo dell’igiene urbana è stato il solito scontro personale tra l’ex sindaco Valerio Ciavolino – già a caccia di consensi per le prossime Regionali – e il capo della carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle avvelenate elezioni del giugno 2018.
Complice l’assenza della dirigente al settore ambiente Claudia Sacco – in ferie per una visita medica, secondo la «giustifica» presentata dall’avvocato della maggioranza Gaetano Frulio – e la valanga di «omissis» presente nella relazione finale della commissione speciale d’inchiesta, infatti, la discussione in aula si è trasformata in una «recita scolastica» priva di qualsiasi interesse. In quattro ore sono state semplicemente snocciolate vicende e questioni – a partire dalle selezioni del personale Nu per finire al sub-appalto per la raccolta degli abiti usati, passando per i «cassonetti della discordia» mai presi in gestione dai condomini – già note dal giorno dell’approvazione del nuovo piano industriale per il passaggio al sistema di raccolta «porta a porta».
Una noia mortale spezzata dall’affondo conclusivo del sindaco Giovanni Palomba. Pronto prima a sottolineare la (fantasiosa) quota del 52% di differenziata toccata a maggio e durante la prima settimana di giugno e poi a sottolineare – non senza qualche velenosa allusione – i «risultati politici» del suo predecessore. «Sei stato l’unico sindaco a essere stato sfiduciato in consiglio comunale e non hai lasciato traccia di te», l’attacco diretto a Valerio Ciavolino. Pronto a chiedere l’invio della trascrizione del consiglio comunale alla procura di Torre Annunziata e a minacciare di valutare gli estremi per una querela. Il degno sipario dell’ennesimo «spettacolo» da dimenticare per la classe politica di Torre del Greco.
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