Almeno una trentina di lussuose vetture rubate a Montreal (Canada), tipo la Chevrolet “Camaro”, oppure la Mercedes “GLC 4.3 AMG”, coupé, Suv, Jeep Land Rover, Hyundai e Honda, i cui costi si aggiravano tra i 50 e gli oltre 100 mila euro, dopo essere trasferite da Montreal in container via nave, in transito in Italia, venivano trasferite fino in Turchia ed in Libia rispettivamente nei porti di Mersin e Khoms e quindi rivendute a persone facoltose a sempre cifre elevate, ma convenienti rispetto agli attuali prezzi di mercato. Ad individuare il vasto traffico internazionale di auto rubate sono stati gli investigatori della Polizia giudiziaria della Polizia di Frontiera di Fiumicino, di Salerno e Gioia Tauro in collaborazione con la Polizia canadese.
Una prima rotta di traffici illeciti collegava il Canada con la Turchia, dopo avere effettuato un breve scalo nel porto salernitano. Mentre un secondo e più consistente corridoio illecito di trasferimento di auto rubate passava attraverso lo scalo di Gioia Tauro, poi da lì fino sulle coste libiche. È proprio a Gioia Tauro che gli agenti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera sono riusciti ad intercettare e a richiedere all’Ufficio delle Dogane il blocco dell’intero carico dello spedizioniere canadese, collocato su quattro distinte navi cargo. A quel punto, gli agenti ed il personale dell’Agenzia delle Dogane hanno sottoposto 25 container a minuziosi controlli, tramite appositi scanner, e analizzato i relativi documenti commerciali di transito. All’interno dei container, oltre 100 veicoli sono stati controllati, in collaborazione con i colleghi di Fiumicino, con personale della Polizia canadese e, nei casi di dubbio sulla autenticità dei numeri di telaio, con la Polizia Stradale di Palmi (Reggio Calabria). Per il momento sono trenta le auto sequestrate, per un valore complessivo di oltre un milione e mezzo di euro. Gli investigatori di Gioia Tauro e quelli dello scalo romano stanno tuttavia verificando altri veicoli e container, anche per stabilire con esattezza i luoghi nei quali sono avvenuti i furti. Questo perché l’area canadese presa di mira dai ladri è molto vasta. Le indagini hanno peraltro dimostrato come nè la pandemia, nè la situazione geopolitica del nord Africa, abbiano ostacolato il traffico illecito di criminali che si sono dimostrati abili ad utilizzare sia rotte aeree e navali già presenti, sia quelle nuove. Proprio lo scorso febbraio, infatti, è nata una nuova linea di trasporto marittimo di carichi rotabili fra l’Italia e la Libia, che già prevede un ulteriore allargamento anche lungo le coste turche. Secondo gli inquirenti non è da escludere che anche questa nuova via marittima possa essere potenzialmente scelta, in futuro, dalle stesse organizzazioni criminali per gestire un business illegale e redditizio che non conosce mai crisi.