“Oggi o mai più il Paese deve avere un progetto di trasformazione a breve e medio termine in cui abbia un ruolo centrale il Mezzogiorno. Io agirò in questa direzione ma serve un lavoro comune su proposte competitive e condivise”. Lo ha detto il ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi intervenendo a un webinar di Srm, centro studi del gruppo intesa San Paolo.
“La pandemia – ha detto – ha portato una grande crisi ma anche una riflessione su un mondo che non tornerà uguale a prima. Stavamo vivendo transizione nell’innovazione tecnologica e digitale a grande velocità, nel new green deal con la sua transizione ecologica che cambi paradigmi di produzione industriale e consumi. Questi due processi sono drammaticamente accelerati dalla crisi pandemica che dimostra la necessità di un sistema globale più resiliente, con una riduzione della delocalizzazione di produzioni dal basso valore aggiunto ma strategiche, come abbiamo visto con il caso mascherine. Ma cambia anche l’atteggiamento dei consumatori rispetto a una serie di servizi che sono stati modificati in questi mesi di accelerazione del cambiamento in servizi digitali, educazione e sanità”.
Il ministro si è soffermato sulla necessità di insistere sull’innovazione.
“Alla fine di questa fase transitoria di salvaguardia industriale ci sarà una naturale selezione di attività competitive nel nuovo scenario, questo periodo deve servire a un’accelerazione su innovazione e formazione delle imprese meno competitive per sopravvivere quando le misure di protezione verranno meno. La leva principale – ha aggiunto – è l’innovazione. Lo sapevamo già ma oggi sappiamo che richiede tempi rapidissimi, deve partire in poche settimane, come è stato sottolineato anche negli Stati Generali in corso a Roma, in tutti i settori, da quello pubblico a quello produttivo, per fare in modo che questa crisi da problema diventi un’opportunità”.
Il rilancio del Mezzogiorno dopo la pandemia è centrale ma per sfruttare la ripartenza bisogna spingere sull’uso di qualità delle risorse e su una visione innovativa. “Gli strumenti ci sono – ha spiegato Manfredi – il recovery fund dà risorse straordinarie ed è l’ultima ultima opportunità per il Mezzogiorno. Servono investimenti per superare il gap infrastrutturale, affrontare il grande tema della formazione e della creazione di poli di attrazione di investimenti con agevolazioni fiscali, e offerta di capitale umano di qualità. Oggi siamo come in un Gp di Formula 1 in cui le auto più competitive sono ai primi posti, poi c’è un incidente come la pandemia, entra la safety car, e quando si riparte alcune realtà che erano in coda possono guadagnare posizioni”.
Manfredi ha sottolineato che “sento un’aria nuova nella discussione – ha detto – con paradigmi che sembravano immutabili e che ora vengono rimessi in discussione. Ma il tema è cosa vuole essere il Mezzogiorno nel mondo post-covid e va deciso in poche settimane. Io sto preparando una serie di proposte che sto condividendo con il ministro del Sud Provenzano, un piano nazionale sull’università e la ricerca con dentro un cluster dedicato al Mezzogiorno”.