(rocco traisci/mhz). Dall’inizio del lockdown, associazioni, aziende, collettivi, lavoratori autonomi e creativi vanno ripetendo come un mantra che l’arte è un lavoro, casomai non fosse chiaro. Dietro il palcoscenico, sotto le maschere dei satiri, prima e dopo ogni spettacolone c’è un brulicare di persone invisibili senza le quali lo show “can’t really begin”, non comincia proprio.
In mezzo alla fredda cronaca, tra decine di flashmob e migliaia di campagne social, la protesta per il riconoscimento delle indennità “post covid” ha aperto un’ampia discussione sull’inquadramento delle nuove competenze e sul ruolo strategico delle cosiddette ‘figure laterali’, nel tentativo di rimettere a pieno regime – perfezionandolo – un settore da sempre orfano di regole.
La presentazione, “omaggio” a Gregoretti.
Sul tema delle competenze la buona notizia arriva dal mondo universitario, che legittima anche la crescente domanda di innovazione. Sotto l’acronimo LIVRe (Linguaggi, Interpretazione e Visioni del Reale) l’istituto universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli inaugura un corso di laurea magistrale, specializzando in scienze dello spettacolo e dei media: il progetto è stato presentato ieri pomeriggio, in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’istituto napoletano, con una conferenza ‘omaggio’ alla memoria di Ugo Gregoretti (di cui ricorre il primo anniversario della scomparsa), grande maestro di cinema e televisione per lunghi anni tra i pilastri del corpo docente del Suor Orsola.
Innovazione e ambiti formativi.
Il sociologo Antonello Petrillo, relatore del corso, traccia la mappa degli obiettivi: “Oltre alla formazione nelle sue diverse declinazioni (carta stampata, fotogiornalismo, giornalismo televisivo, infotainment e comunicazione digitale), la rappresentazione/narrazione del reale contemporaneo irrompe ormai, con forza sempre più travolgente, all’interno delle produzioni artistiche, nelle arti sceniche (sotto forma di teatro-azione, teatro sociale, teatro-verità, storytelling, etc.), così come in quelle cinematografiche (per esempio con il trionfale ritorno – nelle sale quanto nel broadcasting televisivo – del cinema documentario, della docufiction, dell’etnofiction e, in generale, della cinematografia a sfondo sociale)”.
Posti disponibili e indirizzi.
Sono 100 i posti disponibili. “L’idea è quella di un corso di laurea con un’offerta formativa praticamente on demand – spiega ancora Petrillo – all’interno della quale ogni studente potrà scegliersi un percorso di approfondimento con ben dieci diverse specializzazioni possibili”. Il quadro complessivo punta all’avanguardia di settore. Gli indirizzi sono: regista, autore e produttore in ambito teatrale, cinematografico e radiotelevisivo (per lavorare in enti pubblici e privati di produzione e distribuzione di opere performative, teatrali, cinematografiche, televisive e multimediali in genere; radio e televisioni pubbliche e private); “Esperto nella divulgazione multimediale di opere scientifiche di carattere socioetnografico” (per lavorare in strutture accademiche ed enti di ricerca; fondazioni pubbliche e private; agenzie di Welfare pubbliche e private; istituzioni internazionali; organizzazioni non governative; programmi per lo sviluppo locale; sezioni didattiche di musei, cineteche e istituzioni culturali in genere; associazioni culturali e del tempo libero; scuole e comunità); “Specialista nell’inchiesta e nel fotoreportage a sfondo sociale” (per lavorare nell’editoria di settore e nelle redazioni di giornali e riviste specializzate, tradizionali e online; radio e televisioni pubbliche e private; agenzie di informazione); “Redattore culturale specializzato e addetto stampa per il settore teatrale, cinematografico e radio-televisivo” (per lavorare in uffici stampa di istituzioni culturali e artistiche, case di produzione cinematografiche e teatrali, festival del settore, istituzioni e agenzie nazionali, regionali e locali preposte alla valutazione e al finanziamento di progetti culturali e artistici, fondazioni culturali, musei, cineteche e mediateche).
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