Rocco Traisci.
Il 3 luglio 1971 James Douglas Morrison, per la storia Jim e per i fans “the lizard king”, fu trovato morto a Parigi, nella vasca da bagno del suo appartamento alla Marais. Aveva appena 27 anni. Sul cantante messianico dei Doors – ancora oggi la sua tomba a Pere Lachaise è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo – sono stati pubblicati documentari, biografie, retrospettive, libri fotografici, monografie noir e persino un brutto film con Val Kilmer, che a dir la verità ha intorbidito ancora di più le acque. Chi fossero davvero i Doors prima e dopo la comparsa del suo sciamanico cantante forse non lo sapremo mai. Ray Manzarek, scomparso nel 20012, nelle sue memorie ha lasciato ai posteri un’immagine di Morrison molto più viscerale di quella che gli attribuiscono i media: “Leggeva tanto e la maggior parte del suo tempo non era dedicato agli eccessi ma allo studio, contrariamente a quanto viene narrato nel film di Oliver Stone – sostenne in una delle sue ultime apparizioni – il nostro incontro fu casuale, frequentavamo lo stesso corso di cinematografia, lui sapeva che io componevo e suonavo per la band dei miei fratelli, Jim e Rick, e una mattina, proprio in una spiaggia di Venice Beach, mi sottopose un testo: faceva Let’s swim to the moon, uh uh, let’s climb to the tide… Avanti nuotiamo verso la luna, scaliamo il flusso del mare epenetriamo dentro la sera, mentre la città dorme per nascondersi. Nessuno in quegli anni scriveva così. Nacque Moonlight Drive”.