Al discotecaro non gli puoi togliere il campo di gioco. E soprattutto non gli puoi ricoverare il leader, così, su due piedi, dopo appena 15 giorni. Con il povero Briatore vittima di se stesso (tanti auguri Flavione), il popolo dancing days assiste attonito alla fine di ogni certezza. Anche perché il discotecaro ha ragione: durante la quarantena ha lavorato tutti i giorni in un capannone e a nessuno gliene fregava niente se moriva. Da che mondo è mondo il discotecaro considera l’estate come una vacanza (nel senso di vacante) del processo evolutivo. Come si fa a convincerlo che gli ritocca la quarantena? Il problema non è la musica. Per uno strano paradosso il discotecaro da discoteca commerciale detesta la musica, non intende occuparsene e quando lo fa si butta su tre argomenti collaudati: l’immortalità di Vasco Rossi, la dance anni ’80 (Bananarama/Righeira), i tormentoni reggaeton di due anni fa. L’unico obiettivo è rimorchiare di brutto, possibilmente senza dover parlare di Proust. La sua omologa femminile ha lo stesso scopo, coniugato in forma passiva: farsi rimorchiare. O almeno dare un senso alle tre ore di dress code options finalizzate a illudere qualcuno di averla rimorchiata.Il discotecaro da disco bar, lievemente più istruito e schizzinoso, passa la giornata abbuffandosi di play list, delle quali ignora totalmente i titoli dei brani, gli autori, il genere. Per lui tutto è chillout. Il suo ambiente è lounge, nature, cool, lunare, senza dubbio più conforme all’obiettivo: rimorchiare. Con stile. Il discotecaro da discoteca techno ama solo la techno. Ci hanno provato gli Iron Maiden tanti anni fa, ma la musica brutta e l’extasy hanno vinto. Dal momento in cui mette piede in sala è praticamente impossibile rivolgergli la parola in 4/5. Su le mani, trip e gran final. A rimorchiar. Domanda: in un Paese dominato da quella parola di quattro lettere che inizia per “f” di felicità, come si fa a convincere i discotecari che il decreto “nodance” è proprio colpa di quella cosa là? (rocco traisci)
M|MHZ
26 agosto 2020
Discotecari e Briatore contagiati: il vizio del “rimorchio” va in quarantena