“Il 25% degli spettatori negli stadi non è un dogma: si può partire in modo graduale, con step intermedi”. Luigi de Siervo, ad della Lega di Serie A, ribadisce la posizione dei club della massima serie sulla vicenda della riapertura degli stadi a una fetta più grossa di pubblico. E Il Comitato tecnico-scientifico ha aperto al progetto dei 1.000 spettatori per i match di A, ma ha ribadito il suo no convinto alla proposta del 25% di presenze negli impianti, sostenuta dalle Regioni non senza dissensi interni (ad esempio il Lazio, governato dal segretario Pd Zingaretti). E il ministro Speranza ha ribadito la linea del Governo: la priorita’ sono le scuole, non gli stadi. Cosi’ anche l’appuntamento del 7 ottobre, per la verifica della curva epidemiologica, rischia di diventare uno scoglio alle aspettative del calcio, e degli altri sport. “Riteniamo ci si possa avvicinare al 25% di presenze del pubblico negli stadi con step intermedi – ha intanto ribadito De Siervo, intervenuto a RadioRai, nella trasmissione Radio Anch’io lo sport -. L’obiettivo è di ripartire con buon senso e senza voler forzare i tempi. Il calcio non vuole trattamenti privilegiati, ma non neanche essere svantaggiato. Nello stadio ci sono grandi spazi all’aperto, possiamo distanziare le persone. Di recente ho seguito la Supercoppa a Budapest, dove sono stati fatti entrare 16 mila tifosi. Si può fare e lo si deve fare con tutta l’attenzione alle regole”. De Siervo ha sottolineato come la crisi stia mettendo in ginocchio il pianeta calcio, ma soprattutto le società minori. “A oggi il danno per la A è di 500 milioni, una cifra-monstre perché la Serie A è il motore dell’industria del calcio, che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone. Questo danno si ripercuote sulle serie minori. Il sistema rischia un grosso collasso”. Sui diritti tv, l’ad della Lega di Serie A spiega che “c’è un interlocutore molto forte come Sky, ma anche abbiamo Dazn, che ha dimostrato di credere nell’Italia con un investimento importante. Credo avremo sorprese positive, nonostante il fatto non esista in questo momento una concorrenza forte. Stiamo solleticando l’interesse di grandi piattaforme, come Amazon e Netflix, speriamo che il calcio torni al centro del confronto fra tecnologie e piattaforme. Con la creazione di una rete unica, il calcio può divenire elemento attrattivo. Un prodotto, come all’estero, con cui le telefoniche arricchiscano i contenuti”. “Dobbiamo investire anche negli stadi – conclude – su questo il Parlamento ha fatto un passo avanti. Dobbiamo in tutti i modi affrontare il tema della costruzione e della ristrutturazione rapida degli stadi. Non possiamo restare bloccati di fronte a tematiche di principio. Abbiamo bisogno di teatri, che esaltino le prestazioni. Senza risparmi non esistono ricavi, senza ricavi non riusciremo a mantenere il calcio a un certo livello”.
SPORT
28 settembre 2020
Calcio: De Siervo, stadi? gradualita’ verso il 25%