Torre del Greco. Nove firme – l’opposizione al completo, una rarità a palazzo Baronale – in calce a un documento destinato a scatenare nuove polemiche all’ombra del Vesuvio e a regalare ulteriore «lavoro» alla procura di Torre Annunziata. Perché sotto i riflettori della minoranza è finito, stavolta, il centro servizi con funzione di isola ecologica progettato dall’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba all’interno del mercato ortofrutticolo di viale Sardegna: l’ennesimo stravolgimento della gara d’appalto vinta dalla ditta Buttol – il colosso ambientale con sede legale a Sarno «gradito» a diversi esponenti dell’attuale maggioranza – e l’ennesimo schiaffo a commercianti e imprenditori della città del corallo.
L’affondo politico
All’indomani delle indiscrezioni pubblicate da Metropolis Quotidiano sulle «volontà politiche» della carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle avvelenate elezioni del giugno 2018, i nove esponenti dell’opposizione – compresi i «docili» Aniello Formisano e Antonio Spierto nonché i grillini Vincenzo Salerno e Santa Borriello – hanno sottoscritto sei paginette, inviate al primo cittadino e al segretario generale Pasquale Incarnato nonché alla procura di Torre Annunziata, in cui vengono evidenziate tutte le «anomalie» della decisione presa dall’amministrazione comunale. Un’interrogazione a risposta scritta – in teoria, la risposta dovrebbe arrivare entro 10 giorni – in cui i rappresentanti della minoranza chiedono di fare luce su una serie di circostanze, al momento, avvolte in un fitto cono d’ombra. In particolare, Luigi Mele & company sottolineano – in primis – le evidenti discrasie tra il capitolato speciale d’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti e la «nuova strada» decisa in corso d’opera dalla coalizione di Giovanni Palomba: inizialmente, infatti, erano previste quattro centri di raccolta – via del Lavoro, via Cavallerizzi, via Santa Maria la Bruna e viale Europa – e un’area da destinare unicamente a centro servizi in viale Sardegna. Dove fino a oggi sono ospitati sette imprenditori del settore ortofrutticolo, destinati a essere «sacrificati» sull’altare dei rifiuti: uno «sfratto» già capace di scatenare nuove tensioni sociali tra gli addetti ai lavori.
La destinazione d’uso
Così le attenzioni dell’opposizione si concentrano sui «requisiti» necessari per la realizzazione dell’isola ecologica: «Si chiede di sapere – si legge nell’interrogazione – se l’area di cui si discute, attualmente censita come area mercatale, possa diventare area industriale e/o produttiva. In altri termini, se l’area in oggetto abbia i requisiti per essere trasformata in centro di raccolta». In caso di risposta affermativa, poi, la minoranza punta a sapere come – in una città sottoposta a tutti i vincoli possibili sotto il profilo urbanistico – possa essere «aggirato» l’ostacolo e ottenuti i permessi del caso.
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