Severino Nappi, consigliere regionale della Lega Campania, è il primo eletto della storia del Carroccio a Napoli. Avvocato, professore universitario di diritto del lavoro, ha ottenuto oltre 8mila preferenze. Un risultato che, andando verso le Comunali, invita a riflettere su come sia cambiato il voto nella città partenopea in questi anni.
Come giudica la modalità di gestione della pandemia in Campania?
“Quello che sta accadendo, dopo mesi persi su tracciamento, tamponi, potenziamento della sanità, trasporti e scuola, è purtroppo solo la cronaca di un disastro annunciato sul quale abbiamo chiesto di fare chiarezza con l’istituzione di una commissione d’inchiesta speciale. De Luca si comporta come il Marchese del Grillo, “Io so io e voi non siete un c…”, usa il pugno duro solo per coprire i suoi errori sulla gestione dell’emergenza e corre ai ripari con provvedimenti che scaricano sui cittadini il prezzo di questa improvvisazione organizzativa. Una vera debacle”.
Parliamo dell’economia campana.
“Se verranno confermate ulteriori restrizioni, senza che queste siano accompagnate dalla garanzia di ristori in tempi immediati per le attività economiche che si sono viste più che dimezzate i fatturati, migliaia di imprese del turismo, del commercio e della ristorazione finiranno per chiudere definitivamente i battenti. Solo per Napoli e provincia, parliamo di una perdita giornaliera stimata in 1,2 mln di euro. La responsabilità ricadrà non solo su questo esecutivo ma anche sul presidente De Luca perchè un altro lockdown sarà solo la drammatica conseguenza dell’incapacità, dei rimpalli e dell’inazione di questi mesi. Misure di emergenza quando è ormai troppo tardi per fare altro”.
Cosa ne sarà del sito Whirlpool di via Argine?
“Il governo ha alzato ufficialmente bandiera bianca. Una resa vergognosa, senza se e senza ma, ammessa dallo stesso Patuanelli. Si tratta di una tragedia dalle dimensioni devastanti sia per le ricadute occupazionali, dirette e indirette (oltre 1400 famiglie), sia perché è l’emblema dell’inesistenza di una politica industriale da parte di questo governo e dell’indifferenza alle necessità del Sud. Siamo preoccupati, se questa è la rotta, oltre alla desertificazione dei territori, c’è il rischio concreto di una bomba sociale pronta a esplodere”.