Una truffa ai danni della filiale Bper di Bellizzi: (Salerno) è stata scoperta dalla Guardia di Finanza. Nove i responsabili, che sono agli arresti domiciliari. Tra essi il direttore della filiale dell” Istituto di credito di 46 anni, e due funzionari , di 59 enne e 57 anni, dei quali non sono stati forniti i nominativi. I reati contestati agli indagati sono: truffa, falso, riciclaggio ed l’autoriciclaggio. Secondo quanto emerso dalle indagini dei finanzieri di Salerno il direttore della filiale ed i due funzionar predisponevano la documentazione necessaria per autorizzare la concessione di prestiti , che non venivano poi rimborsati alla banca, con buste paga e dichiarazioni dei redditi false, che attestavano finti rapporti di lavoro. Altri cinque degli arrestati, invece, avevano il compito di reclutare gli pseudo clienti, chiamati a prestarsi al raggiro ai danni della banca, dietro la promessa di qualche migliaia di euro.
Erano, perlopiù, persone prive di fonti di reddito, talvolta senza fissa dimora, anche con precedenti penali, che mai avrebbero avuto il riconoscimento del credito. Gran parte dei beneficiari dei prestiti venivano dai Comuni di residenza dei cinque incaricati di intercettarli, Salerno e altri centri della provincia, Eboli, Battipaglia, Montecorvino Pugliano e Castelnuovo Cilento. Un paio di nuovi correntisti venivano dalla provincia di Napoli. Per uno dei nove arrestati, legale rappresentante di una società di comodo, è scattata l’accusa di riciclaggio, in quanto si è prestato a simulare la vendita di un’auto per giustificare il trasferimento dei fondi concessi dalla banca, così da farne perdere definitivamente le tracce. Dopo alcuni mesi è arrivata una segnalazione di anomalie, direttamente dalla Direzione Centrale dell’istituto.
Il responsabile della filiale si è trovato costretto quindi, suo malgrado, a denunciare alla locale Stazione dell’Arma la probabile truffa, di cui egli stesso era, in realtà, uno dei principali artefici. Gli investigatori hanno accertato che – a fronte di una novantina di finanziamenti concessi, per un’ erogazione complessiva di oltre 800 mila euro, -alla banca sono state rimborsate rate per neanche un decimo. Considerato che agli “pseudo clienti” veniva lasciata grosso modo la metà delle somme, l’organizzazione ha potuto così incassare, nell’ arco di tre mesi, profitti per 350mila euro. Un sequestro preventivo di liquidità per circa 73mila euro nei confronti di tre degli indagati è stato eseguito da finanzieri.