“Napoli non molla”. Uno slogan che ha caratterizzato i lunghissimi mesi della vertenza Whirlpool e che oggi ha accompagnato gli operai dello stabilimento da Via Argine in Piazza Dante dove il sindacato partenopeo ha chiamato a raccolta i lavoratori dell’industria e del terziario dell’area metropolitana per lo sciopero di quattro ore proclamato contro la chiusura dello stabilimento di lavatrici e a sostegno di un piano di sviluppo Napoli e per il Mezzogiorno. Whirlpool, quindi, ma non solo. In piazza gli striscioni delle aziende dell’aerospazio, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi legata alla pandemia e tanti addetti del comparto industriale. Sul palco, dopo l’annunciata apertura curata dalle operaie della Whirlpool – un canto di lotta riadattato dall’originale cileno – si alternano i delegati.
C’è spazio per ascoltare i “guai” del trasporto aereo, della chimica, dell’edilizia, della sanità. E ancora, le testimonianze di alcuni lavoratori della grande distribuzione, dei somministrati, dello spettacolo, della scuola fino a quella di un’altra vertenza simbolo di questi tempi, la Dema di Somma Vesuviana. Nell’area palco si vede Antonio Bassolino e i gonfaloni di Napoli e Afragola. Da palazzo San Giacomo l’appoggio all’iniziativa arriva dal vicesindaco Enrico Panini. “Questa – dice – è una vertenza simbolo della città. Whirlpool ha dichiarato che è chiuso lo stabilimento, licenzia persone, c’è un quartiere intero, una città intera che vanno in grande difficoltà. E’ una vertenza che dà il segno di tante altre situazioni altrettanto difficili”. Poi tocca alle organizzazioni dei metalmeccanici che stanno scioperando in tutta Italia per il contratto. “Whirlpool – ricorda Biagio Trapani, segretario generale provinciale Fim Cisl – non può andare via da Napoli. Il governo deve essere il primo sostenitore dei lavoratori di questa città”. “Dalla Whirlpool – dice Antonio Accurso, segretario Uilm Campania – – deve ripartire il riscatto del Sud che non può sempre aspettare, nessuno si salva da solo e nessuno può pensare che ci accontentiamo di una telefonata. Il Governo deve trovare una soluzione a partire dagli accordi”.
“Lo sciopero di oggi, la lotta della Whirlpool – secondo Barbara Tibaldi, segretario nazionale Fiom – dimostrano ancora una volta che la classe operaia non è solo essenziale per quello che fa, ma è essenziale per l’intelligenza che sa dimostrare”. In chiusura gli interventi dei leader partenopei di Cgil Cisl Uil. “La pandemia – ricorda Walter Schiavella, segretario generale Cgil Napoli – ha drammaticamente peggiorato le condizioni economiche del paese, aumentando le diseguaglianze sociali e territoriali e accrescendo le tensioni. L’assenza di risposte concrete ed esigibili sulla vicenda Whirlpool rischia di essere la pietra tombale sul futuro dell’industria in questa città. Napoli e il Mezzogiorno non possono permetterselo”. “Lo sciopero – afferma Gianpiero Tipaldi, segretario generale della Cisl partenopea – è per ribadire ancora una volta che il lavoro è sacro. Dobbiamo vincere questa battaglia e fermare il processo di desertificazione industriale della città e della sua area metropolitana.
“Scioperiamo – precisa il segretario generale della Uil Napoli, Giovanni Sgambati – non solo per difendere il principio dell’accordo Whirlpool. Senza la difesa di questo accordo, non vi può essere sviluppo, il governo lo sappia. La multinazionale rimane del suo pensiero, noi invece pensiamo che il governo debba avanzare una proposta credibile da un punto di vista della difesa manifatturiera, ma anche di un assetto societario accettabile”. La manifestazione si svolge nel rispetto delle norme anti-Covid. Le transenne montate dai responsabili organizzativi delle tre confederazioni delimitano un’area nella quale sono sistemate 450 sedie. Ovviamente nessun corteo è consentito. Ma la rabbia e la voglia di lottare riescono a farsi sentire comunque.