Quarant’anni fa la camorra uccideva a Ottaviano il medico e consigliere Mimmo Beneventano, oggi diventato un simbolo della lotta alle mafie. Fu massacrato dai sicari inviati dal boss della città, Raffaele Cutolo, perché non osava piegarsi al sistema criminale imposto dal capo della NCO, che ormai aveva coinvolto tutti: imprese e istituzioni. Beneventano era un chirurgo in servizio presso l’ospedale San Gennaro di Napoli e medico di base ad Ottaviano, suo paese natale, dove svolgeva anche l’attività di consigliere comunale. Mimmo non si era piegato alla volontà criminale dei clan che volevano cementificare un territorio tra i più belli dell’intera Campania. E’ stato vittima della violenza camorristica in una stagione di morte e di terrore che la nuova camorra organizzata aveva cominciato da qualche anno contro tutti coloro che non si asservivano al volere e al potere del capo indiscusso, Raffaele Cutolo. Aveva trentadue anni quando fu ammazzato. In paese lo conoscevano tutti come il “medico buono” con la passione per la poesia e per la musica. “Mimmo Beneventano fu ucciso dalla camorra 40 anni fa, il 7 novembre del 1980. In 40 anni Ottaviano è cambiata molto, ha vissuto momenti difficili ma è anche cresciuta tanto. Il sacrificio di Beneventano ci ha consentito di sviluppare senso civico, cultura della legalità, rispetto per le regole: la sua morte non è stata vana. E allora io penso che la sua figura di medico e consigliere comunale, legata ai valori della libertà e della democrazia, possa essere utile e importante ancora oggi, in questo periodo storico così terribile. Perché oggi più che mai noi abbiamo bisogno di esempi, di punti di riferimento, di uomini e donne con la schiena dritta. Abbiamo bisogno di gente come Mimmo Beneventano”, dice oggi il sindaco di Ottaviano – la cotta del medico buono – Luca Capasso.
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7 novembre 2020
Quarant’anni fa la morte di Mimmo Beneventano a Ottaviano, simbolo della lotta alla camorra