La scorsa settimana il premier inglese Boris Johnson ha annunciato delle nuove misure che renderanno il regno unito a zero emissioni entro il 2050.
Il Regno Unito annuncia che dal 2030 ci sarà il bando dalla circolazione di tutte le automobili a benzina e diesel. La decisone è composta da un piano in 10 punti che dovrebbe stimolare la creazione nei prossimi anni di 250.000 posti di lavoro e una riduzione significativa delle emissioni nelle grandi città inglesi. Il provvedimento però non è privo di incentivi e di coperture economiche, infatti mette sul piatto investimenti per 1,3 miliardi di sterline nel prossimo decennio per finanziare l’installazione di postazioni diffuse per il caricamento delle batterie delle auto elettriche presso le nuove costruzioni che avverranno da ora in poi e lungo le strade; 582 milioni di prestiti a fondo perduto per l’acquisto (durante la transizione) di veicoli a bassa o nulla emissione e infine 500 milioni in stanziamenti per la riconversione di linee industriali soprattutto nelle fabbriche dell’auto inglesi che ancora non hanno avviato la produzione di auto ibride o elettriche.
Sia chiaro però, dal 2030 potranno comunque circolare le auto a benzina e diesel ma ne sarà vietata la vendita e dal 2035 la stessa sorte toccherà alle ibride. Nessuna nazione prima dell’Inghilterra aveva mai fatto un piano così drastico per l’industria automobilistica che per la prima volta nella storia ha registrato una maggiore vendita di auto elettriche rispetto alle termiche nello scorso trimestre.
Attualmente l’Inghilterra ha un parco auto non tra i primi in Europa (526 vetture ogni 1.000 abitanti) ma il 74% delle vetture vendute nel 2020 sono termiche e il 91% del trasporto merci viaggia su gomma, con mezzi quindi non ecologici.
Per il governo inglese è un piano molto ambizioso, e secondo alcuni analisti quasi impossibile. Solo pochi mesi fa, infatti, il governo aveva pubblicato un rapporto il quale segnalava che la rete elettrica del paese ha bisogno di investimenti urgenti per prepararsi al futuro della mobilità o rischia un pericoloso blackout. La Electric Vehicles Energy Task Force di Londra, sollecitava un approccio di “ricarica intelligente”, coordinando lo sfruttamento di tempi di bassa richiesta, insieme a una rete elettrica in grado di adattarsi ai cambiamenti nell’uso dell’elettricità. E concludeva che “senza interventi sul sistema di stoccaggio dell’energia per supportare la rete, ogni prospettiva di sovraccarico risulterebbe al momento molto problematica”.
Questa è una grande sfida per il Regno Unito, ma dimostra quanto i governi dei paesi possono incentivare (o in questo caso forzare) i cittadini a cambiare le loro abitudini a favore di una svolta ecologica che ancora tarda ad arrivare.
Davide Capricano