Si chiama Diego Armando Maradona di nome, – “senza la virgola”, dice – e Mollica di cognome ed è uno dei tantissimi nati negli anni napoletani dell’argentino. “Mio padre Antonio è un malato del Napoli, un tifoso sfegatato e quando, nel 1985, sono nato non ha avuto dubbi, mi dovevo chiamare come lui, il pibe de oro. Pensi che voleva anche che Maradona mi battezzasse e si piazzo’ sotto casa sua in via Scipione Capece, a Posillipo, fino a quando non lo incontro’.
Arrivarono anche i carabinieri. Oggi è una giornata tristissima per tutti noi. La scomparsa di Diego è un dolore che ti lascia senza fiato, senza parole”. Diego Armando Maradona Mollica ha 35 anni e fa il pizzaiolo a Boscoreale, uno dei paesi dell’area vesuviana. Stasera è al lavoro. “In Campania c’è la zona rossa, lavoriamo solo con le consegne a domicilio e l’asporto – racconta al telefono – ma non riesco a non pensare a lui, a Maradona.
E’ stato unico, inimitabile. Ci ha regalato anni di emozioni uniche”. I due Diego Armando Maradona si sono conosciuti nel 2007, grazie ad una trasmissione televisiva. “L’ho potuto incontrare ed abbracciare al ‘Treno dei desideri’, la trasmissione di Antonella Clerici – racconta Diego Armando Mollica – è stata un’emozione fortissima, indescrivibile”. Un nome ingombrante “più dal punto di vista burocratico”, dice. “Mi è capitato di avere qualche noia in banca, ma niente di insuperabile. Per il resto sono onorato di portare questo nome e glielo dico davvero in lacrime”.