Svolta nelle indagini sulla morte di Diego Armando Maradona. Si accende infatti il versante giudiziario della scomparsa del campione argentino: il battaglione di magistrati, pm e procuratori che hanno raccolto da mercoledì molta documentazione, nonché numerose testimonianze, ha annunciato che il dossier su cui lavorano non riguarda più semplici ‘Verifiche sulla morte di Diego Armando Maradona’, ma apre all’ipotesi di ‘omicidio colposo’. Per il quale c’è già un indagato, ed è il medico personale del campione scomparso, Leopoldo Luque.
Ironia della sorte il neurochirurgo che ha operato il Pibe de oro si chiama come l’attaccante del River Plate, che soffiò il posto a un allora giovanissimo Maradona nella lista dei convocati dell’allora ct Cesar Luis Menotti per i Mondiali del ’78. Quel Luque di 42 anni fa si fregiò del titolo iridato vinto in casa dall’ Albiceleste’ e il diciassettenne Diego rimase a casa. Maradona si disperò per quell’esclusione che Menotti aveva avallato. Luque, il medico al quale sono sequestrati computer e telefonini,, però si difende a spada tratta spiegando di aver fatto “tutto il meglio che potevo per Diego. Ho fatto più del dovuto, non meno. Ogni volta ci riunivamo per capire cosa fosse meglio per Maradona, e non potevamo andare contro la sua volontà. Io non posso obbligare un paziente e ricoverarlo in un manicomio se non ho un parere in questo senso da uno psichiatra. Senza Diego niente poteva essere fatto. Allora perché adesso non indagano su chi era Maradona?”. “”Non ci sono errori medici – si difende Luque -. Maradona ha avuto un attacco cardiaco, e purtroppo è la cosa più comune del mondo morire così”.
L’inchiesta intanto potrebbe svelare altre sorprese: l’entourage del campione è convinto che quella scoperta è solo la la punta di un iceberg di una vicenda che potrebbe rivelare numerosi scheletri negli armadi. E coinvolgere varie persone finora insospettabili, fra medici, amici e parenti. Una squadra di decine di agenti e giudici ha perquisito la residenza di Adrogué, in provincia di Buenos Aires, del professionista, e la sua clinica nella capitale, notificando all’interessato la sua veste di ‘indagato’ per una possibile ipotesi di “trascuratezza nell’assistenza”.
Al momento non sono formulate accuse specifiche, ma si parla comunque di ‘omicidio colposo’. Lo sviluppo nelle indagini arriva dopo che gli inquirenti hanno acquisito le testimonianze di un infermiere dello staff di assistenza di Maradona e della sua cuoca fidata, ‘Monona’. E anche dopo aver ascoltato tre figlie del ‘Diez’: Dalma, Giannina e Jana. Luque, con Maradona da cinque anni, è uno specialista in neochirurgia, ed ha realizzato, fra mille difficoltà per ottenere l’assenso, l’operazione alla testa del ‘pibe de oro all’inizio di novembre volta a rimuovere un ematoma subdurale. Comunque, le indagini hanno appurato che il medico non si era più recato nella villa del quartiere di San Andrés nella zona di Tigre, dove Maradona trascorreva la sua convalescenza, dopo una lite il 19 novembre, con grida e insulti arrivata anche alle mani, secondo quanto riferito dall’infermiere e anche dalla cuoca.
Uno dei magistrati che sta svolgendo le indagini ha confermato all’agenzia statale Telam che “questa storia è stata messa agli atti, come uno dei tanti incidenti a riprova di quanto fosse difficile avere a che fare con Maradona”. Va segnalato infine che secondo il quotidiano ‘La Nación’, Luque fu coinvolto in un processo per omicidio avvenuto la notte del Nuovo Anno del 2011, e che riguardò l’uccisione di una persona da parte di due suoi cognati e un fratello. Ma il giudice, alla fine, lo assolse.