Torre del Greco. Non si spegne l’eco delle polemiche tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba e l’Assocoral, l’associazione degli imprenditori del corallo di Torre del Greco. A 48 ore dalle accuse del presidente Giovanni Aucella – pronto a rimarcare la «scarsa attenzione» del Comune agli operatori del settore, in particolare in occasione del cartellone di eventi di Natale – arriva la risposta del vicesindaco Luisa Refuto e dell’assessore Enrico Pensati, rispettivamente delegati alle politiche sociali e alla cultura: «Le affermazioni contenute all’interno della nota diffusa da Assocoral – la replica degli esponenti dell’esecutivo – non corrispondono alla realtà dei fatti né tengono nella giusta considerazione la netta distinzione tra comparto economico e aspetti culturali, artistici e sociali alla base delle amministrazioni pubbliche».
Parola accompagnate da una puntuale replica, progetto per progetto, alle accuse mosse dagli imprenditori del corallo. A partire dalla progettazione di programmi integrati città sostenibile – i cosiddetti Pics – fino alle ragioni dell’esclusione dalla realizzazione di eventi artistici e culturali, decisa sulla scorta del regolamento comunale in cui si vietano espressamente trasferimenti economici alle associazioni di categoria. «La progettazione dei PICS è disciplinata da norme nazionali ed europee in materia di appalti pubblici ed è di tutta evidenza che le associazioni non possano essere titolari di tali attività – evidenziano Refuto e Pensati -. Relativamente alla paventata esclusione di Assocoral dalla realizzazione di eventi artistici e culturali, tesi alla valorizzazione del settore, corre l’obbligo di precisare che il regolamento comunale, attualmente vigente e che disciplina ormai da anni i trasferimenti economici, esclude tassativamente le associazioni di categoria. Tali risorse possono essere destinate, infatti, alle sole organizzazioni no profit. Tuttavia, nel caso Assocoral si facesse promotore di iniziative di particolare rilievo sociale e culturale coerentemente al suo curriculum e alla sua storia, l’Ente si impegnerebbe, nel rispetto del richiamato regolamento, ad assicurarne la partecipazione. Infine, e’ evidente l’erronea interpretazione del progetto H-Demia. Da una attenta lettura dello stesso si sarebbe compreso che non si trattava di corsi di formazione volti a inserire personale nelle imprese, bensì di procedure finalizzate alla promozione di laboratori di inclusione sociale. Ciò premesso, preme ricordare che l’Ente ha proceduto regolarmente attraverso una selezione pubblica, richiedendo agli interessati di aderire mediante manifestazione di interesse e che la stessa era rivolta a tutte le associazioni, compresa, in questo caso, anche quelle di categoria che hanno deciso in piena autonomia di garantire o meno la propria disponibilità».