La corsa all’ultimo weekend di shopping prima della zona rossa di Natale ha portato assembramenti un po’ in tutte le città italiane, le stesse scene che avevano spaventato esperti e governo nel fine settimana precedente, spingendo a una stretta con diverse deroghe. I contagi e le vittime del Covid sono ancora su cifre preoccupanti, ma un fiume di gente si è riversato in via del Corso a Roma – poi chiusa parzialmente al pari di piazza Navona – come al Vomero a Napoli, a cinque giorni dall’entrata in vigore delle nuove misure del decreto per le festività. L’esodo che si temeva nelle stazioni e sulle autostrade invece non si è verificato, con i controlli straordinari già in funzione. Ma il giorno critico potrebbe essere lunedì prossimo, 21 dicembre, quando non si potrà più spostarsi tra regioni ma sarà sempre consentito tornare alla residenza o al domicilio.
Gli italiani in vista del lockdown morbido, tra rosso e arancione, che durerà fino alla Befana si sono accalcati nelle strade per le compere che in tempi normali venivano distribuite nell’arco di parecchi giorni. Nella capitale via del Corso, cuore del centro storico, è stata chiusa temporaneamente in un tratto per far defluire i pedoni, che stavano diventando decisamente troppi. I treni della metropolitana non sono stati fatti fermare alle stazioni nodali di Spagna e Flaminio per non intasare ancora di più le vie degli acquisti.
A Napoli invece caos nel quartiere elegante e in collina del Vomero, meta tradizionale dello shopping: strade intasate di automobili in coda e folla a piedi. “Un vero e proprio delirio prenatalizio”, il commento di una residente, “inaudito in un periodo di pandemia”. Impossibile mantenere il distanziamento, con file fuori dei negozi e dei bar per il caffè da asporto. E mentre il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha deciso di mantenerla in zona arancione da domani, il sindaco del capoluogo Luigi de Magistris ha prima firmato e poi revocato, polemizzando con il governatore, un’ordinanza per la chiusura di strade e piazze in caso di assembramenti. Ennesimo conflitto tra le due autorità locali. La decisione di De Luca ha provocato la reazione dei ristoratori. Anche a Milano folla in centro città per gli acquisti di Natale prima che scatti la zona rossa il 24. Gruppi di ragazzi nella zona di corso Como e in piazza Duomo, pieni i ristoranti all’ora di pranzo e affollati anche i tavoli all’aperto dei bar dell’aperitivo.
Code si sono formate davanti a molti negozi, come in Galleria Vittorio Emanuele, il salotto della metropoli, dove la polizia locale regola gli ingressi in base a un’ordinanza del sindaco. In metropolitana per rispettare il contingentamento al 50% della capienza i tornelli di ingresso alle banchine sono stati chiusi (per alcuni minuti) 150 volte già entro le ore 16. Scene analoghe in città più piccole come ad esempio Padova, dove la chiusura del centro alle auto nel weekend, per cercare di evitare l’assalto della settimana scorsa, ha provocato code di macchine nelle zone limitrofe. In Veneto è scattato il divieto di uscire dal comune dopo le ore 14, che durerà fino al 24 dicembre, quando anche questa regione, al primo posto da molti giorni per i nuovi contagi, sarà in zona rossa come il resto d’Italia.
I prossimi giorni diranno se l’esodo di Natale prima della chiusura avverrà in modo massiccio e quindi con maggiori rischi di diffusione del virus. Trasporti, shopping e cene con parenti e amici sono considerate le situazioni più a rischio per l’aumento dei contagi e la temuta terza ondata. I conti si faranno dopo le festività.