Si riparte domani pomeriggio, dallo stadio Maradona, senza Osimhen e Mertens ma con la voglia di dimenticare la crisi di fine anno e ripartire. Il Napoli torna in campo guardando alla sfida dell’ultimo giorno dell’anno sul campo del Cagliari, una gara da vincere per invertire la rotta di due sconfitte contro Inter e Lazio e un pari con il Torino.
Un punto in tre gare che hanno visto scivolare gli azzurri a otto punti dai nerazzurri e a nove dalla squadra di Pioli: un gap ancora fattibile, ma che non può allargarsi oltre. Gattuso in questi giorni ha cercato un po’ di relax, ha curato l’occhio e domani vuole ritrovare una squadra che abbia ripescato voglia e carattere. In campo non ci saranno Mertens e Osimhen che restano a recuperare in Belgio dagli infortuni rispettivamente alla caviglia e alla spalla. Il belga ha mostrato un video in cui si allena con i pesi per riprendere del tutto alla caviglia, spingendo per tornare: nei primi gironi dell’anno i due dovrebbero essere a Napoli per riprendere-.
Il problema da risolvere resta dunque l’attacco visto che nelle ultime tre gare gli azzurri hanno fatto solo due gol. Gli azzurri sbagliano tanto, troppo: sono la squadra che ha fatto più tiri finora, 206 di cui 100 in porta, ma hanno il quinto attacco del campionato con 27 gol. Petagna deve dare risposte, queste settimane sono la sua chance per dimostrare di essere da club di alta classifica, ma anche Lozano scalpita e vuole confermare le doti da bomber che ne fanno finora il capocannoniere del Napoli in campionato con 6 gol, uno più di Insigne.
Ma gennaio si avvicina ed è anche tempo di mercato per il Napoli che ha la priorità di vendere Milik, per non perderlo a 0 a giugno. Il polacco è valutato sui 18 milioni ma il club alla fine potrebbe accontentarsi anche di 15 per avere un piccolo bottino da reinvestire, magari in una punta. Sul piede di partenza anche Llorente, che ha voglia e gamba per giocare ancora un po’, mentre un problema resta Ghoulam, che il Napoli vuole vendere ma deve affrontare l’ingaggio da 3,5 milioni dell’algerino che difficilmente qualcuno vorrà accollarsi interamente.