Gli esami di Stato a giugno 2021 si faranno in presenza. E saranno presumibilmente sulla falsariga di quelli che si sono svolti nel giugno scorso. Ieri sera infatti la Camera ha dato il via libera alla Legge di Bilancio nella quale sono previsti 30 milioni di euro da destinare alle scuole statali e paritarie per garantire il corretto svolgimento degli Esami di Stato “secondo gli standard di sicurezza sanitaria previsti”. È stata inoltre prevista la possibilità per il Ministro dell’Istruzione di adottare ordinanze con specifiche misure per la valutazione degli apprendimenti e lo svolgimento dei relativi Esami di Stato. Intanto nubi nere si profilano in vista della ripresa dell’anno scolastico, il 7 gennaio. “Le indicazioni prescrittive del prefetto di Roma non possono trovare piena attuazione data la complessità del sistema che riguarda il funzionamento delle scuole Superiori”, lamenta il presidente dell’Associazione presidi di Roma e Lazio, Mario Rusconi. Decine di scuole superiori nel Lazio, a quanto si apprende, sono pronte a presentare un piano all’Ufficio scolastico regionale, con delibera del Consiglio d’Istituto, spiegando che non riescono a rispettare l’ordinanza prefettizia.
“In alcune scuole i ragazzi terminerebbero le lezioni tra le 17 e le 18 senza aver pranzato – spiega Rusconi – e poi non abbiamo il piano riguardante i mezzi di trasporto: sappiamo che ci sono corse in più ma non abbiamo capito distribuite come e non sappiamo se allo spostamento d’orario di entrata e d’uscita dei ragazzi corrisponderà lo spostamento degli orari dei trasporti. Insomma: la ripresa della scuola il 7 gennaio la vedo complicata”. Anche la Flc Cgil di Roma e Lazio giudica “incomprensibili e inefficaci” le misure assunte dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio alla conclusione dei tavoli di coordinamento istituiti presso le prefetture del Lazio.
“L’avvio dell’anno scolastico rappresentava e rappresenta un momento di elevata criticità”, ammette oggi la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, in un’audizione alla Camera. “Il 7 gennaio – aggiunge però – il sistema di riorganizzazione degli orari e integrazione dell’offerta dei trasporti deve essere pronto per apertura al 75% quando poi avverrà il meccanismo si completerà. In quasi tutte le province italiane i prefetti hanno già provveduto a scrivere i verbali di riorganizzazione della riapertura delle scuole”.
Tra i governatori tuttavia c’è già chi, come il presidente della Campania Vincenzo De Luca, annuncia che “in Campania non apriamo tutto il 7”. “Come si fa a dire ‘si apre’ senza verificare il 3, il 4 gennaio la situazione?”, si chiede. Ma il Coordinamento dei presidenti dei Consigli d’Istituto della Campania sollecita la riapertura delle scuole e chiede un incontro con l’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini. Quest’ultimo però spiega: “Il 7 gennaio riprenderemo con le prime e le seconde elementari, poi valuteremo la curva dei contagi, ricominceremo lo screening degli alunni e avvieremo una riapertura graduale”. Sulle scuole superiori “mi sarei aspettato la conferma del 75% in presenza; questa marcia indietro denota una certa fragilità, una paura di fallire. Non dobbiamo aver paura di fallire di fronte al tema della scuola, credo che sia una priorità per il Paese”, sostiene invece il sindaco di Firenze Dario Nardella. Ed intanto è cominciata oggi la somministrazione dei tamponi antigenici rapidi, donati al Comune di Molfetta (Bari), alle oltre 600 persone, tra docenti e personale scolastico, degli istituti della città. Lo Snals chiede che proprio i docenti siano tra i primi a ricevere il vaccino anti-Covid. Per i docenti però si parla di vaccinazioni solo in primavera.