Il Governo vuole riportare due milioni e mezzo di studenti a scuola il 7 gennaio, almeno al 50% in presenza. Lo ribadisce il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno, mentre le Regioni si attrezzano perché personale e ragazzi possano affrontare le aule in sicurezza. Ma le polemiche non sono ancora sopite: questa mattina studenti e studentesse si sono mobilitati davanti al liceo Visconti di Roma per manifestare il loro dissenso verso la gestione del rientro subito dopo l’Epifania, mentre striscioni di protesta facevano comparsa davanti a una ventina di scuole di tutto il Lazio.
ùI ragazzi chiedono “trasporti sicuri e aumento delle connessioni”, facendo eco a molti presidi italiani che continuano a ritenere difficile il rientro il 7. “Auspico che il 7 gennaio – ha affermato però Conte – le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%”. “Abbiamo approfittato di dicembre – ha rimarcato il premier – per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità.
Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici”. Le soluzioni individuate localmente spaziano dagli screening a tappeto del personale docente e non docente organizzati da Piemonte e Valle d’Aosta, alla riapertura “a tappe” della Campania. A Firenze il sindaco metropolitano Dario Nardella afferma che “sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio l’Italia intera si gioca la faccia” e annuncia: “noi ci siamo attrezzati per garantire una ripartenza al 75% in presenza”. La Valle d’Aosta grazie a un potenziamento significativo del servizio di trasporto pubblico locale non ha dovuto rimodulare gli orari di ingresso e di uscita da scuola. Tra le misure per il contenimento del contagio, anche la gratuità per il trasporto pubblico su gomma, “allo scopo di evitare ogni contatto tra l’utente e l’autista per l’acquisto del biglietto”.
Lo screening è offerto ai docenti e agli studenti, però solo nelle scuole secondarie di secondo grado. Hanno finora dato la loro adesione il 31,4% degli allievi e il 46,9% del personale scolastico. In Piemonte allo screening a tappeto sui docenti se ne affianca uno “modulare”, cioè a rotazione, sui circa 75 mila ragazzi che frequentano la seconda e la terza media. Un quarto a rotazione di ogni classe sarà testato ogni settimana, in modo che ciascuno studente debba sottoporsi al tampone una volta al mese. “Prevediamo – ha spiegato oggi l’assessore all’Istruzione della Giunta Cirio, Elena Chiorino – una adesione al 70%, e pensiamo quindi di arrivare a fare 18.800 tamponi la settimana. Vogliamo riportare i ragazzi nelle aule in sicurezza e farceli restare fino alla fine dell’anno scolastico”. Mentre le istituzioni affilano le armi e limano i piani per centrare l’obiettivo, uno studio di In a bottle.it su 1.500 studenti fra i 18 e i 25 anni con il metodo della Web Opinion Analysis, cioè monitorando social, forum e community, assicura che “il desiderio che i ragazzi esprimeranno a Capodanno per il 2021 è poter tornare a scuola”. Il 65% del campione, afferma la ricerca, ha anteposto nelle scelte la scuola ai viaggi esotici. Quanto al vaccino, 1n docente su 3 dice ‘no’ alla obbligatorietà: è quanto emerge da un sondaggio condotto dalla rivista specializzata La Tecnica della scuola. Il 62,3% della categoria ha invece risposto positivamente: questi insegnanti vogliono vedere la fine del tunnel e vogliono vederla il prima possibile.