Torre del Greco. «Al fine di evitare eventuali danni erariali al Comune, si chiede al sindaco Giovanni Palomba di annullare in autotutela il decreto di nomina di Maria Orlando». Si arricchisce di un nuovo capitolo il caso dell’ex consigliere comunale assunta come staffista a palazzo Baronale: a 10 giorni dai chiarimenti forniti dal primo cittadino al prefetto Marco Valentini, l’ex assessore ai lavori pubblici Luigi Mele – oggi esponente della Lega tra i banchi dell’opposizione – rilancia i dubbi già sollevati attraverso l’interrogazione a risposta scritta presentata a metà dicembre. Dubbi legati, appunto, alle «ragioni» illustrate dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio per giustificare la scelta di ignorare le norme previste dal regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi.
Nessuna deroga
Le «vie brevi» scelte dal sindaco – nessuna gara a evidenza pubblica e nomina diretta di Maria Orlando – sono state motivate dalla somma urgenza di individuare un nuovo componente del centro operativo comunale. Ebbene, secondo Luigi Mele «l’attuale regolamento del Comune di Torre del Greco – si legge nella missiva inviata per conoscenza alla procura di Torre Annunziata e alla Corte dei Conti di Napoli – non prevede alcuna possibilità di deroga alle modalità di assunzione di personale esterno a tempo determinato né tali deroghe sono previste dalla normativa nazionale emergenziale». D’altronde, proprio in piena pandemia l’ente di palazzo Baronale ha promosso vari concorsi – non ultimo, il bando dei veleni per individuare il nuovo avvocato capo – in modalità «ordinaria». Senza dimenticare un dettaglio: «All’interno del decreto di nomina – sottolinea Luigi Mele – non c’è riscontro alcuno relativo all’urgenza».
I requisiti da esperta
L’ex assessore ai lavori pubblici della giunta di Ciro Borriello dedica poi un capitolo a parte «alla specifica esperienza in materia di emergenza sanitaria» attribuita dal primo cittadino a Maria Orlando: «Il sindaco richiama solo un incarico di collaborazione come supporto in materia di protezione civile – evidenzia l’esponente della Lega – mentre l’emergenza sanitaria avrebbe richiesto competenze particolari e specifiche».
Il «misero» stipendio
La chiusura della missiva è dedicata all’esiguità dello stipendio – meno di 4.000 euro per tre mesi – riconosciuto all’ex politica della maggioranza: «L’incarico non reca il solo vantaggio economico dello stipendio bensì contributi previdenziali e la possibilità di maturare esperienza pregressa nel ruolo», conclude Luigi Mele prima di chiedere la revoca del decreto di nomina.
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