Torre del Greco. Gli ultimi due assessori della nuova giunta di palazzo Baronale confermano i «criteri» adottati dal sindaco Giovanni Palomba per il rimpasto di metà mandato: un misto di ripescati e «stranieri» per blindare l’inciucio Pd-Lega-Fratelli d’Italia grazie a cui lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio è riuscito a salvare la fascia tricolore conquistata a giugno del 2018 ai danni di Luigi Mele, oggi inopinatamente seduto al fianco del suo rivale. Le quote rosa In ordine di tempo, le ultime due poltrone dell’esecutivo cittadino sono andate all’avvocato napoletano Immacolata Marra – il nome indicato dai leghisti Luigi Mele e Mario Buono – e alla dottoressa Annarita Ottaviano, l’ex vicesindaco di area Pd cacciata in malo modo a inizio agosto 2019 dietro «indicazione» dell’attuale presidente del consiglio comunale Gaetano Frulio. All’ultima «straniera» sbarcata in municipio sono state affidate due deleghe-chiave – rifiuti e polizia municipale – volute dai suoi sponsor politici per provare a cambiare il passo di un’amministrazione comunale contestata fino al giorno della Befana. A distanza di un mese, dunque, i ripetuti «inviti» alle dimissioni rivolti da Luigi Mele a Giovanni Palomba sembrano già lontani ricordi. Non meno imbarazzante, poi, la scelta di (tornare a) puntare su Annarita Ottaviano. La «specialista» in fondi europei – mai visti a Torre del Greco durante la sua prima esperienza da vicesindaco – era stata sacrificata dopo le dimissioni farsa presentate da Giovanni Palomba a fine luglio 2019. Finita nel tritacarne della guerra interna alle correnti del Pd, la quarantottenne originaria di Ercolano aveva pagato a caro prezzo i precedenti scontri con Gaetano Frulio, legato all’ala casilliana guidata dal sempreverde Luigi Mennella. Un ritorno a sorpresa, non a caso sostenuto dalla pasionaria Carmela Pomposo, la prima «pentita» del super-gruppo di dissidenti ora spedito all’opposizione.
Il debutto ufficiale
Il tempo di firmare i decreti e il primo cittadino ha organizzato la presentazione ufficiale della sua nuova squadra di governo cittadino. Così, seduti tra gli scranni dell’aula consiliare, si sono ritrovati volti nuovi – professionisti pescati tutti fuori città, non certamente un «omaggio» alla società civile di Torre del Greco – e «vecchie conoscenze» delle stanze dei bottoni di palazzo Baronale. A cui sono mancate le parole per spiegare l’ennesima giravolta politica della propria «carriera». A partire da Felice Gaglione, l’ex capo dell’assise – voluto dalla partner elettorale Iolanda Mennella e dall’ex socialista Carmine Gentile – letteralmente fuggito dal Comune a novembre del 2019 «per non passare un guaio». Parole pronunciate per giustificare le sue misteriose dimissioni, rimaste senza una spiegazione: «Sono stato male interpretato – il balbettante chiarimento del «dottorino» dell’Asl Napoli 3 Sud, tesserato del Pd e gradito al consigliere regionale Loredana Raia – ma ora è acqua passata. Ora bisogna portare avanti i progetti per realizzare le importanti opere pubbliche già messe in cantiere dall’amministrazione comunale». Il silenzio di Felice Gaglione non è stato l’unico, al punto da rendere «surreale» la presentazione degli assessori. L’ex vicesindaco Annarita Ottaviano – ironia della sorte, seduta proprio sotto il suo «carnefice» Gaetano Frulio – non si è sbilanciata sugli screzi del passato, provando a focalizzare l’attenzione sugli obiettivi per il futuro. Scena semi-muta anche per Immacolata Marra, affiancata dal «ventriloquo» Luigi Mele, l’unico consigliere comunale seduto tra gli scranni riservati agli assessori. A completare il quadro dei «ripescati» Giuseppe Speranza e il vicesindaco Enrico Pensati: l’ex macellaio di via Scappi – già assessore con Ciro Borriello, indicato dalla baby-veterana Annalaura Guarino, figli del democrat Ferdinando Guarino – si occuperà di cimitero e sport, mentre all’ex portavoce di Valerio Ciavolino oggi sostenuto anche da Nello Formisano resteranno pubblica istruzione e cultura. Infine, presentati l’architetto Gennaro Polichetti – arrivato da Torre Annunziata e indicato direttamente dal sindaco Giovanni Palomba – e Maria Pirozzi, avvocato di Torre Annunziata sponsorizzato dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Alessandra Tabernacolo, in aperta contrapposizione con i vertici locali del partito di Giorgia Meloni.
Le parole del sindaco
Così a rubare la scena del film muto e a tratti grottesco andato in onda a palazzo Baronale è stato proprio il sindaco Giovanni Palomba: «Abbiamo sfide ambiziose – le parole del primo cittadino – davanti a cui non ci possiamo trovare impreparati: si tratta di progetti importanti, mirati alla trasformazione integrale del nostro territorio». Progetti tirati nuovamente fuori dal libro dei sogni già presentato in occasione della campagna elettorale del 2018 e poi subito riposto in cassetto del Comune: «Interverremo in ambiti e materie rimaste ferme e bloccate per decenni – l’ennesima promessa di Giovanni Palomba -. Voglio salutare il nuovo esecutivo che arricchirà di contenuti e temi il percorso amministrativo e nelle cui mani è rimesso l’effettivo rilancio di Torre del Greco». Se il buongiorno si vede dal mattino, la strada sembra restare in ripida salita.
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