Torre del Greco. Il legittimo impedimento dell’avvocato di un imputato scaccia l’incubo del rinvio a giudizio per Luigi Mele, l’ex assessore ai lavori pubblici accusato dalla procura di Torre Annunziata di una serie di abusi edilizi realizzati all’interno del fortino di famiglia all’angolo tra il tratto finale di via Circumvallazione e via Cavallo.
A un anno e mezzo dalla chiusura delle indagini coordinate dal pubblico ministero Rosa Annunziata, il «poltronista» di palazzo Baronale, fresco di salto sulla carovana del buongoverno guidata dal sindaco Giovanni Palomba in cambio dell’assessorato ai rifiuti, si è trovato – insieme al fratello Achille Mele e a una serie di tecnici comunali e vigili urbani – davanti al giudice per le udienze preliminari Emma Aufieri. Chiamato a decidere se ordinare o meno il processo per la cricca accusata a vario titolo di interventi fuorilegge, permessi «facili» e controlli «disinvolti».
Ma l’udienza-chiave è saltata per un cavillo, il legittimo impedimento comunicato in extremis dal difensore di uno dei 16 imputati a rischio processo. Tutto rinviato a inizio novembre, quando a decidere della sorte giudiziaria dell’ex leghista – rinnegato dai salviniani dopo la giravolta salva-sindaco – dovrebbe tornare a essere il giudice Valeria Campanile, titolare del «ruolo» su cui è incardinata l’inchiesta.
E già a conoscenza delle 3.783 pagine del fascicolo messo in piedi in 4 anni di indagini sulle opere fuorilegge realizzate all’interno del fortino di famiglia del «poltronista» di palazzo Baronale.
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