E’ ancora caos nella scuola: i governatori in molte regioni hanno chiuso o stanno chiudendo gli istituti ma i comitati e le associazioni di genitori quotidianamente fanno ricorso e a volte i tribunali ribaltano le decisioni delle Regioni. E’ il caso della Calabria, dove il Tar ha stabilito che le scuole di ogni ordine e grado dovranno riaprire da domani in tutta la regione. Il Tribunale amministrativo locale, infatti, ha sospeso l’ordinanza emessa venerdì dal presidente ff della Regione Nino Spirlì che ha disposto che tutti i ragazzi studiassero da casa con la dad e che gli unici aperti dovessero rimanere i nidi nella fascia di età 0-3 anni.
“Il Tar ha deciso e si assume la responsabilità. Mi auguro che le prossime settimane non siano dolorose dal punto di vista dell’aumento dei contagi”, ha replicato Spirlì. “Siamo di fronte all’ennesimo atto che conferma l’incapacità amministrativa del presidente facente funzione, che si ritrova in quel posto non perché eletto dai cittadini calabresi e che continua ad inventare provvedimenti che non sa scrivere e che non è legittimato ad adottare”, accusano i parlamentari M5S. “Un presidente che ogni giorno che passa mortifica sempre di più i diritti delle calabresi”, incalza anche Luigi De Magistris, sindaco di Napoli e candidato presidente della Regione Calabria.
Intanto anche in Emilia Romagna un gruppo di 33 genitori si è rivolto al Tar chiedere l’annullamento, previa sospensiva, dell’ordinanza emessa dal presidente della Regione relativamente alla Dad. “Io sono per le scuole aperte ma quando ci sono delle emergenze che portano a verificare nella singola scuola la presenza di varianti che si diffondono con grande rapidità, devo intervenire come autorità di ordine pubblico”, dice dal canto suo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Noi sindaci siamo consapevoli della necessità di provvedimenti drastici, ma siano garantite le lezioni in presenza”, scrive il sindaco di Prato Matteo Biffoni, che è anche presidente di Anci Toscana, in una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi, una sorta di appello affinché si apra un’ulteriore riflessione per scongiurare la chiusura delle scuole nelle ‘zone rosse’.
La Regione Veneto esclude per ora misure ulteriormente restrittive per le scuole, ha fatto sapere oggi il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Chiudere le scuole provoca problemi educativi ai ragazzi ma crea anche problemi organizzativi ai genitori”, fa notare Gabriele Toccafondi, capogruppo di IV in Commissione Cultura alla Camera. Rimangono aperte invece le scuole nella Provincia autonoma di Trento: “il contagio è sempre rilevante ma non in crescita”, annuncia il presidente Maurizio Fugatti.
Mentre il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, sulla riapertura delle scuole da lunedì, non esclude nulla, “non ci sbilanciamo”, dice, e fa notare che “ci sono delle zone in cui i numeri leggermente stanno migliorando”. “Siamo estenuati, nella situazione più difficile ma siamo all’ultima curva”, incoraggia il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Intanto quasi 60 mila maturandi, per l’esattezza 59.264, hanno svolto le prove Invalsi 2021, oltre il 47% del campione nella prima settimana di somministrazione. “Una risposta eccezionale quella della scuola”, sottolinea il dirigente Invalsi Roberto Ricci.