Torre del Greco. C’erano i grillini Valeria Ciarambino e Luigi Cirillo, c’erano il leghista Severino Nappi e la forzista Annarita Patriarca, c’era Michele Schiano di Fratelli d’Italia: un parterre da consiglio regionale per provare a frenare la lenta agonia dell’ospedale Maresca, l’ex gioiello della sanità diventato la «cenerentola» dei nosocomi della provincia di Napoli. Ma, al confronto in consiglio comunale voluto dagli esponenti dell’opposizione a palazzo Baronale, sono venuti meno proprio i principali interlocutori chiamati a dare risposte sul «sacco» del nosocomio di via Montedoro: assenti il consigliere regionale Loredana Raia e Gennaro Sosto – il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud si è limitato a inviare uno schematico documento al capo dell’assise Gaetano Frulio, a conferma del «peso» della carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle elezioni delle 20 euro – e chiuso in un imbarazzante silenzio, spezzato solo dalla singhiozzante lettura di una nota preconfezionata per l’occasione, il sindaco Giovanni Palomba. Insomma, l’ennesimo schiaffo a chi si batte da 10 anni per il diritto alla salute pubblica all’ombra del Vesuvio.
Proposte e silenzi
La fuga del «sindaco-ombra» di Torre del Greco e il palese disinteresse di Giovanni Palomba hanno trasformato la seduta monotematica del consiglio comunale in un’inutile recita scolastica. I vari esponenti regionali arrivati da Napoli hanno provato a ravvivare la discussione con una serie di proposte finalizzate al ripristino dei servizi essenziali per l’ospedale Maresca, a partire dal pronto soccorso nuovamente chiuso con la scusa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Un tasto dolente, su cui hanno battuto Romina Stilo e l’ex sindaco Valerio Ciavolino: «Un ospedale senza pronto soccorso rappresenta un pericolo per i cittadini – l’estrema sintesi del pensiero dei due esponenti dell’opposizione -. Nessuno si è preoccupato di informare la popolazione dei nuovi tagli a reparti e personale: così i pazienti rischiano di perdere tempo prezioso raggiungendo un presidio praticamente chiuso. Ma, evidentemente, il rilancio del Maresca rappresenta per i nostri rappresentanti in Regione Campania solo un argomento da campagna elettorale». Parole dure come macigni, finiti contro il muro di omertà alzato dalla maggioranza per difendere Loredana Raia. L’unica voce proveniente dagli scranni dei «costruttori» usciti dall’inciucio di metà mandato è stata quella di Nello Formisano: «Inutile proporre pittoresche iniziative come lo sciopero della fame – la prima replica all’idea lanciata in aula dal «camaleonte» Ciro Piccirillo -. Dobbiamo fare nostro l’invito del vicepresidente del consiglio regionale Valeria Ciarambino e interloquire direttamente con la Regione Campania». Con o senza Loredana Raia, il sottinteso dell’ex senatore.
L’ennesimo rinvio
Al termine di due ore di dibattito, l’assise ha stabilito di incaricare la seconda commissione consiliare – delegata alla sanità e presieduta da Pasquale Brancaccio – di fare la sintesi delle proposte lanciate durante la seduta e stilare un documento da presentare all’attenzione del governatore Vincenzo De Luca. L’ennesimo rinvio di una telenovela lunga 10 anni e – fino a oggi – ricca solo di mortificazioni per la quarta città della Campania.
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