Aumenta la curva dei contagi e aumentano le proteste in Campania. I dati segnalano un aumento sempre maggiore dell’indice di positività, che oggi si attesta al 14%. C’è poi la rabbia degli operatori economici, che non ne possono più delle chiusure. E c’è la paura dei cittadini che devono ricevere il vaccino e che sempre più spesso rifiutano la somministrazione dell’Astrazeneca. Ore di tensione, dunque. La giornata è iniziata con la protesta degli operatori mercatali: da ore stanno bloccando l’autostrada A1 Roma-Napoli, in territorio casertano. Code chilometriche, forti disagi alla circolazione ed una richiesta: “Vogliamo la riapertura totale. Non ci muoveremo da qui fino a quando non arriveranno notizie dalla nostra delegazione a Roma sulla riapertura totale dei mercati”, dice il presidente dell’Ana-Ugl di Caserta Peppe Magliocca. Dall’autostrada a Napoli la situazione non cambia e la rabbia è la stessa. Oggi protesta dei commercianti: saracinesche aperte anche se senza clienti. “Noi così finiamo tutti per strada. Dobbiamo ancora pagare le forniture della scorsa stagione ma intanto non abbiamo guadagnato. E non ci vengano a parlare di ristori, secondo lei un negozio a Chiaia cosa ci fa con duemila euro?”.
Il martedì dopo Pasqua è, dunque, il giorno dello sfogo per i negozianti di Napoli, come Salvatore Amente, nel suo negozio in via Carlo Poerio. Hanno riaperto in centinaia per protesta, senza servire i clienti ma stando nei negozi per testimoniare un disagio ormai insostenibile. La protesta è iniziata stamattina esponendo slip in vetrina per ironizzare sui negozi di intimo aperti, ed è aumentata nel giro di poche ore, con tante saracinesche che si alzavano man mano, allargando il fronte che proseguirà a oltranza nei prossimi giorni, mentre domani un ampio gruppo di commercianti sarà in Piazza del Plebiscito, davanti alla Prefettura. “Sabato – spiega Roberta Bacarelli di Federmoda, aderente a Confcommercio – c’è stata una riunione di tutti i dirigenti di Napoli e provincia e abbiamo deciso insieme questa apertura perché ci sembra assurdo che se vendi mutande puoi stare aperto e centinaia di noi siamo chiusi”. E le saracinesche sono state aperte a metà, stamattina, anche a Salerno: ad alzarle, sempre per protesta, centri estetici e parrucchieri. Intanto i dati non migliorano la situazione.
Continua a salire, in Campania, l’indice di positività. Secondo i dati dell’Unità di crisi della Regione Campania, nelle ultime 24 ore sono 846 i casi positivi (323 sintomatici) su 6.505 tamponi molecolari esaminati. Ieri l’indice di positività era del 13,89%, oggi è del 14%. E a rendere ancora più complessa la situazione c’è la paura di tanti cittadini per il vaccino Astrazeneca. Oggi in tanti, a Napoli, si sono rifiutati di fronte alla somministrazione. Hanno chiesto ai medici di poter avvalersi di altri vaccini e questo ha creato lunghissime file agli hub. “Nonostante i nostri sforzi oggi siamo alle prese con l’intoppo Astrazeneca. Ogni cittadino trascorre dieci minuti a cercare di convincere il medico a somministrargli Pfizer. E se dopo un’anamnesi attenta il medico non vede le condizioni per cambiare il vaccino, ricominciano a cercare di convincerlo”, dice Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1.
“Di solito il colloquio pre-vaccino dura 3-4 minuti, oggi siamo passati a dieci minuti. Qui in Mostra abbiamo 27 box operativi, con Pfizer abbiamo fatto 4.800 vaccini con venti minuti di attesa per tutti, ha funzionato sempre tutto bene – conclude il dirigente sanitario – ora ho duemila persone in coda arrabbiate. Chiedo scusa a tutti di questi ritardi, non è giusto per i cittadini e per i nostri collaboratori”.