Torre del Greco. Intorno al suo nome la carovana del buongoverno guidata dal sindaco Giovanni Palomba si è spaccata in due, aprendo la strada al ribaltone politico di inizio febbraio grazie a cui Mario Buono – ora agli arresti domiciliari con l’accusa di voto di scambio – e Luigi Mele sono entrati in maggioranza. Ma all’ex assessore ai lavori pubblici della giunta targata Ciro Borriello, mister 1.400 preferenze – al secolo Felice Gaglione, l’ex presidente del consiglio comunale «ripescato» come assessore dopo le misteriose dimissioni del novembre 2019 – era stato accostato già in tempi non sospetti.
Ovvero alla vigilia delle ultime elezioni, quando l’ex delfino di Donato Capone – diventato, poi, riferimento del consigliere regionale Loredana Raia – sembrava essere uomo di punta dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio. Dalle carte dell’inchiesta-bis sullo scandalo elettorale a Torre del Greco, tuttavia, emergono retroscena destinati a infiammare la discussione politica a palazzo Baronale. Nulla di rilevante sotto il profilo giudiziario, ma significativo a tratteggiare – qualora fosse necessario – lo scenario in cui è maturato il successo alle urne del mobiliere di via monsignore Felice Romano.
Succede l’otto giugno del 2018, praticamente a due giorni dall’apertura dei seggi. In una chat acquisita dallo smartphone di Simone Onofrio Magliacano – il «regista» del gruppo di compravoti a sostegno di Mario Buono – gli investigatori hanno evidenziato uno scambio di messaggi tra il commercialista con la passione per la politica e Gianluca Melluso, titolare di un noto ristorante di via Litoranea e marito della candidata Ida Fiore.
Per provare a convincere Simone Onofrio Magliacano a sostenere la moglie – in lizza con la civica Forza Torre in tandem con Mario Buono – l’indagato oggi sottoposto a divieto di dimora scrive: «Dacci una mano, anche una piccola mano, ma daccela: ce la possiamo fare». E per convincere l’interlocutore, Gianluca Melluso non esitò a svelare come «i consiglieri di Palomba, soprattutto Gaglione, stanno facendo il disgiunto: sta facendo Gaglione/Mele. E se andata al ballottaggio con Mele, andate a mare». Un’ipotesi davanti a cui Simone Onofrio Magliacano subito replica: «Io metto Fiore, anche sul voto personale».
Non basterà per eleggere la moglie del ristoratore e neanche per – a tre anni di distanza – impedire il «ricongiungimento» tra Mele e Gaglione.
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